La testa dello scrittore si svuota completamente e l'interno si riempie di paccottiglia, vasi cinesi, matrioske, pacchiane copie della tour Eiffel o del Colosseo... Giulia era una puttana che non sentiva che il fremito della sua carne, perchè aveva scelto di fare quella vita? Incontri sbagliati? Delusioni? Problemi economici? Adesso aspettava un treno alla stazione, al binario 8...
La storia che si crea non interessa nessuno, a chi può interessare la storia di una puttana che pensa soltanto al fremito della sua carne e che attende un treno al binario 8 della stazione? Dove sarà diretta Giulia? E perchè pensa così spesso al fremito della sua carne? La carne è importante, gli uomini con i quali ha fatto l'amore erano fatti di carne, la loro pelle a volte puzzava di sudore, altre volte aveva il gusto delle amarene. A lei piaceva sentire il gusto della carne.
Scrivere è una grande responsabilità, un peso che si alleggerisce solo quando la trama comincia a prendere slancio, lo scrittore vola come un aliante all'arrivo del treno al binario 8 della stazione.
Poi l'aliante, per mancanza d'iniziativa, inizia a perdere quota fino a sfiorare le rocce sul pendio. Come farà lo scrittore a ritrovare la sua verve?
Giulia sta piangendo, in un modo che nessuno si possa accorgere della sua tristezza, in fondo lei non si sente una puttana ma una donna stanca di vivere in quella città, per questo l'attesa del treno è una sorta di catarsi. Domani sarà un'altra donna, la sua carne, forse, avrà un fremito diverso, meno doloroso, i suoi occhi si poseranno su strade nuove, comprerà abiti nuovi, scarpe più comode. Cambierà vita.
Gli occhi dello scrittore sono arrossati, sarà empatia nei confronti della sua creatura o una lieve irritazione da stress? Niente che non si possa curare con un semplice collirio...
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Anch'io in un mio racconto avevo fatto una cosa analoga, ma al contrario tuo facendo interagire i personaggi con colui che scrive.
buona settimana
Nadia
5*
RIFLESSIVITA' NELL'INTERROGATIVO DI CHIUSA...
IL MIO ELOGIO E LA MIA LIETA SERATA VINCENT.
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