Notte, notte oscura, notte da solo,
stanza buia, solo con te, tormento,
che non mi lasci finché m'addormento;
dal tuo pensier con nulla mi consolo.
M'avvolgo in un cantuccio e teco volo,
ogni tua fibra alle mie fusa sento,
cent'anni con te vivo in un momento;
candida a te albo accanto al ciel convolo.
Ma repente atro folgor mi sovviene:
per fatal mio errar altro t'ha e t'ha avuta.
Oh tetri anni che in vani amor passai!
Dimon mi gittò del turpe alle pene,
ma, se mai mortal sorte in ben si muta,
saper mi lica: tu mai m'amerai?
stanza buia, solo con te, tormento,
che non mi lasci finché m'addormento;
dal tuo pensier con nulla mi consolo.
M'avvolgo in un cantuccio e teco volo,
ogni tua fibra alle mie fusa sento,
cent'anni con te vivo in un momento;
candida a te albo accanto al ciel convolo.
Ma repente atro folgor mi sovviene:
per fatal mio errar altro t'ha e t'ha avuta.
Oh tetri anni che in vani amor passai!
Dimon mi gittò del turpe alle pene,
ma, se mai mortal sorte in ben si muta,
saper mi lica: tu mai m'amerai?
AGS, Agosto 2014, Val Gardena - 16 luglio 2015, Mykonos
Opera scritta il 01/07/2016 - 17:57
Da AGS Poesie
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Commenti
Una possia molto interessante dal linguaggio sostenuto! Spesso è una buona via di espressione! Mi piace complimentii
Gianmarco Capitano 01/07/2016 - 20:16
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La prima poesia che leggo ed ecco che già mi trovo in difficoltà a commentare. Alcune parole mi sfuggono, ed anche i significati, ovviamente. Interessante la costruzione del sonetto, con rime non ortodosse e quindi di un certo interesse...di più non posso dire, se non che l'uso di un italiano antico e vagamente aulico la rende diversa. Se in bene o in male non mi è dato sapere... buona serata.
Quattro Stagioni 01/07/2016 - 19:51
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