Non v'è uom fuor me 'l mondo ad ammirare:
mi, 'n par de gal, un ciuc e du' cicale,
su 'sta collina al soffio del maestrale,
che appena carezza il sole che riappare.
Il cosmo s'alza per nessun destare;
mortal pochi svegli son per lor male,
ché niun più crede all'or del sol che sale
doversi di buon grado assieme alzare.
Chi non l'obbliga dover, a dormire
si reca or ora e spegnesi all'accendersi:
con morte 'l torto mondo vita accoglie.
Ma Natura va, per l'uom più svilire,
in più perfetto armamento a contendersi
col bene tutto al mal che l'uom distoglie.
mi, 'n par de gal, un ciuc e du' cicale,
su 'sta collina al soffio del maestrale,
che appena carezza il sole che riappare.
Il cosmo s'alza per nessun destare;
mortal pochi svegli son per lor male,
ché niun più crede all'or del sol che sale
doversi di buon grado assieme alzare.
Chi non l'obbliga dover, a dormire
si reca or ora e spegnesi all'accendersi:
con morte 'l torto mondo vita accoglie.
Ma Natura va, per l'uom più svilire,
in più perfetto armamento a contendersi
col bene tutto al mal che l'uom distoglie.
Opera scritta il 11/07/2016 - 08:20
Da AGS Poesie
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