Oggi è tre mesi che sono scappato. Non mi sento di usare altre parole. Non sono andato via perché volevo, o perché me l’ hanno chiesto. Sono andato via per scappare. Scappare da te, dalla solita vita, da una città ormai ingiallita. E mi guardo sofferente mentre leggo una lettera, che un caro amico mi ha inviato. Ero riuscito a passare giorni senza pensarti, senza immaginarti anche per un solo momento. Quando cambi città e persone stai bene, sei felice. Sono venuto qui nel mio paese, qui tutto è iniziato e qui ho ricevuto la notizia più triste della mia vita. Non mi riesce piangere, i miei occhi guardano sofferenti quelle parole che rimbombano nella mia testa. Parole fredde, sincere e violente. Mi guardo intorno, sono solo. In questo momento nessuno è con me in casa, negli strani progetti del destino la sofferenza è spesso un’ emozione da vivere in solitudine. Mi metto una sciarpa ed esco, è pieno inverno, ma non ho un giacchetto, solo una maglia a maniche corte. Cammino in cerca di amici, ma poi mi rendo conto che non sono nella mia città, il resto è una corsa alla stazione. Prendo il primo treno per tornare da te. Oggi è tre mesi che sono scappato, dopo aver scoperto che a seguito di un incidente sei andata in coma ho deciso di tornare, il mio gesto probabilmente è inutile, ma ho già perso tre mesi ora voglio solo rivederti.
Opera scritta il 17/09/2012 - 18:23
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Commenti
Per fortuna non è una storia vera, ma un racconto frutto della mia fantasia.
francesco suppressa 19/09/2012 - 19:57
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Non è mai troppo tardi per tornare, la tua vicinanza ora sarà meglio di tante medicine . toccante!
Claretta Frau 18/09/2012 - 14:26
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