Aggrappata al ciglio della strada,
assoluta desolazione estiva,
il vestito di rose sfioriva,
s´asciugava la biada.
Non squillava, non aveva voce,
un grido dove non c´era campo.
Era partito come un lampo,
dove non si vedeva più la foce.
Lo sparo, il colpo secco
e il tuo corpo ora brucia,
dispera quella ferocia,
rimpiange l'ultimo battibecco.
Finché l´attesa delle gemme
di verde speranza colore,
finché il pane conserva l´odore,
torna alla tua Betlemme.
Caterina, apparecchia la tristezza,
la vita che non deve morire,
le tue rughe fai rinsavire.
Agli orfani tendi la svanita carezza.
assoluta desolazione estiva,
il vestito di rose sfioriva,
s´asciugava la biada.
Non squillava, non aveva voce,
un grido dove non c´era campo.
Era partito come un lampo,
dove non si vedeva più la foce.
Lo sparo, il colpo secco
e il tuo corpo ora brucia,
dispera quella ferocia,
rimpiange l'ultimo battibecco.
Finché l´attesa delle gemme
di verde speranza colore,
finché il pane conserva l´odore,
torna alla tua Betlemme.
Caterina, apparecchia la tristezza,
la vita che non deve morire,
le tue rughe fai rinsavire.
Agli orfani tendi la svanita carezza.
Opera scritta il 09/08/2016 - 17:11
Da Valentina X
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