Della sua infedeltà, donna, sapesti
e muta il patimento in cuor tenesti
e proseguisti a seminare amore
e a lungo celasti il tuo dolore.
e muta il patimento in cuor tenesti
e proseguisti a seminare amore
e a lungo celasti il tuo dolore.
Dell’altrui duolo pur ti caricasti,
mai affaticata o stanca ti mostrasti
e grande donna sempre fosti in tutto
e nel lavoro trovasti tuo costrutto.
Se stato anco solo quest’atto fosse
e nessun altro mai fatto n’avessi
sol per l’amore tuo che mai si cesse
e per bontate ch’altri ebbero eccessi
meriteresti posto in una icona
a simboleggiar madre e moglie buona
ed affermare che non è circostanza
mostrare che l’amore sia abbastanza.
Enumerar tue qualità non posso
che assai furo, che parrebbero eccesso;
una sol cosa, voglio, però, dire:
da chi fu mai capito il tuo patire?
Opera scritta il 28/10/2012 - 12:48
Da nello maruca
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