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Il cielo negli occhi

Gli occhi azzurri di Vincenzina non li scorderò mai. Erano leggermene sporgenti ma questa caratteristica, invece di configurarsi come un difetto, conferiva al suo sguardo una sorta di sgranatura tipica di chi osserva il mondo con meraviglia e curiosità ed era bello a vedersi.
Aveva una corporatura piuttosto rotondetta, cosa di cui si rammaricava ma era parte del suo fascino di donna morbida e tenera, fatta non per le passerelle e le sfilate ma per far riposare gli occhi e il cuore.
Quando Vincenzina con i suoi ventiquattro anni era da marito io avevo appena dieci anni ma capivo che Vincenzina, come donna, aveva le sue carte da giocare e mi meravigliavo moltissimo che nella sua famiglia ci si desse da fare per procurarle un marito. A mio avviso non aveva bisogno di mediazione e mi sentii offesa io per lei quando la sua madrina ( ah!!! le madrine, le comari per capirci, dovrebbero essere eliminate per legge) le presentò un sardo, di nome Armando, altissimo e dinoccolato, brutto ma.... brutto davvero che,conosciuta Vincenzina, perse la testa e voleva subito definire le modalità e i tempi del fidanzamento e del matrimonio, in ciò sostenuto dai genitori della ragazza che consideravano solo il benessere che Armando, benestante, avrebbe assicurato alla figlia, non vedendo o fingendo di non vedere le lacrime negli occhi di Vincenzina ogni volta che Armando si presentava a casa sua.
Poi avvenne quello che a Vincenzina sembrò un miracolo, ai suoi genitori un vero tradimento, ad Armando un successo troppo lusinghiero per disdegnarlo: l'amica del cuore di Vincenzina, Marta, che di gradevole aveva solo il nome, visto che Armando non era entrato nelle grazie dell'amica, si sentì da se stessa autorizzata a fare di tutto per soffiarglielo e ci riuscì. A me questa conclusione sembrò un atto di giustizia; in fondo, a vederli Marta ed Armando sembravano fatti l'uno per l'altra.
Per Vincenzina le occasioni non sarebbero mancate e quando si presentò quella buona anche il nome ebbe la sua importanza : -Piacere....Vincenzina.
-Piacere......Ernesto.
Come suonò gradevole alle orecchie di Vincenzina quel nome e come le sembrò appropriato per il giovanotto moro ,alto,sorridente che mostrava tanto interesse per lei!!
Io, che seguivo le vicende sentimentali di Vincenzina con la stessa attenzione con cui mi applicavo nella lettura di "Piccole donne" fui felice di questa svolta e due anni dopo accettai con gioia di farle da damigella il giorno del suo matrimonio.
Fu festa grande per un grande amore che sembrava promettere tanta felicità.
E tanta ne portò la nascita di Biagio che rese molto più frequenti le mie visite in casa Cipriani. Ma non trascorse molto tempo che le cose cominciarono a non andare bene; Biagino non cresceva come avrebbe dovuto, era pallidissimo e dormiva sempre né le cose miglioravano nonostante il consulto di vari specialisti che infine alzarono le mani in segno di resa. Una mattina un urlo straziante di Vincenzina disse a tutti che Biagino non era più con noi. Ero all'epoca una tredicenne e piuttosto digiuna di tutto per cui non capii né mi sforzai di capire che cosa fosse accaduto a Biagio, quale male avesse invaso con tanto crudele accanimento il suo corpicino fino a strapparlo alle braccia e ai baci della mamma. In seguito mi sono convinta che fosse stato vittima di una sindrome che colpisce i figli delle madri col gruppo sanguigno RH negativo che oggi si affronta e risolve senza problemi ma il cui studio muoveva allora i primi passi. Allo stesso modo Vincenzina perse altri due bambini in breve volgere di tempo e noi finimmo col perdere lei nel senso che, caduta in uno stato di profonda depressione, smise di parlare, isolandosi da tutto e da tutti. Io le volevo un gran bene e non potevo fare a meno di andarla a trovare anche se non riuscivo a fare breccia nella sua indifferenza e, a mia volta, mi ritiravo a casa con un pesante fardello di frustrazione ed angoscia.
I suoi begli occhi azzurri persi nel vuoto a tratti si riempivano di lacrime senza che un gemito, un singhiozzo le scuotesse il corpo.
Quali pensieri inseguiva, su quale doloroso fermo immagine gli occhi le si incantavano in una fissità impenetrabile?..... Stava perdendo la testa.
Fu di Ernesto la decisione giusta: andare via dalla casa, dal paese, dalle persone che conoscevano il loro dolore, provare a girare pagina, convincersi che la vita è sofferenza e richiede tanto coraggio per andare avanti.
Non li ho più rivisti ma per la mia gioia il caso mi ha messo nella condizione di avere loro notizie.
Abitano in una bella città di mare dove Ernesto dirige una piccola fabbrica di vetri e cristalli che garantisce una certa agiatezza alla famiglia allietata dalla presenza di tre figli. Non l'ho cercata né lo farò; mi sento anch'io parte di quel passato che risulta doloroso anche solo rievocare.
Mi resta, e va bene cosí, il ricordo degli occhi di Vincenzina che sicuramente, pur col passare degli anni, avranno conservato la loro dolce bellezza e riacquistato la limpidezza di un cielo sereno.



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Opera scritta il 04/09/2016 - 16:23
Da Aurelia Strada
Letta n.1055 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti



Nadia Sonzini 05/09/2016 - 17:26

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:buona serata,troppo buona

Nadia Sonzini 05/09/2016 - 17:25

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Ti ringrazio, Antonio, del tuo lusinghiero giudizio e ti saluto augurandoti una lieta serata. Aurelia

Aurelia Strada 05/09/2016 - 17:21

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Provenendo da una vera mattatrice del sito, ben voluta da tutti e apprezzata per gli scritti tanto in versi quanto in prosa, il tuo commento, cara Nadia, non può che farmi felice e inorgoglirmi. Un caro saluto. Aurelia

Aurelia Strada 05/09/2016 - 17:16

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Bellissimo racconto scritto con vera maestria.

antonio girardi 05/09/2016 - 10:20

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Molto bello il tuo racconto inventato o vero, poco importa. Anzi devo dire che la bravura di uno scrittore è quello di far sembrare vero anche ciò che è fantasia e nel caso attinga dalla realtà di trasformarla in modo garbato, senza farlo capire. Devo dire che in un caso o nell'altro tu ci sei riuscita alla grande
Complimentoni
Nadia
5*

Nadia Sonzini 05/09/2016 - 09:46

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Margherita che piacevole commento il tuo! Grazie di cuore e serena giornata! Aurelia

Aurelia Strada 05/09/2016 - 08:18

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Salvo, il tuo commento mi giunge particolarmente gradito per la stima che ho per te come scrittore oltre che come persona. In quanto Aurelia io potrò anche essere una "strada gloriosa" ma tu in O.S. sei la strada maestra sulla quale gli altri si incamminano per essere certi di non sbagliare e giungere a destinazione. Buona giornata. Ciaociao. Aurelia

Aurelia Strada 05/09/2016 - 08:17

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Grazie Mimmi Due per il tuo commento così generosamente positivo. Ti auguro una lieta giornata e ti saluto con affetto. Aurelia

Aurelia Strada 05/09/2016 - 08:15

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Già il titolo ispirava la mia curiosità, sono stata premiata...un racconto bellissimo, da donna ancora più apprezzato.
Complimenti!
Buona serata! 5* per quel cielo sereno

margherita pisano 04/09/2016 - 22:53

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Un racconto fantastico costruito su un ricordo o una storia inventata (poco importa) che mostra il talento descrittivo dell'autrice che s'attaglia perfettamente al mio gusto incollandomi allo schermo. E come annuncia il tuo nome diventi la mia Strada da seguire.
Buonaserata Salvo

salvo bonafè 04/09/2016 - 20:04

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Molto bello e scorrevole, scrivi benissimo, complimenti!

Mimmi Due 04/09/2016 - 19:37

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