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Tuffo sugli scogli

Era già buio. Ero steso a guardare il soffitto da un paio di minuti, o di ore, o magari di giorni. Non fa più differenza quando soffri di insonnia. Finisci a vivere in una casa diroccata abitata da necrofili spacciatori e consumatori di anfetamine e la tua vita fa schifo. Puoi solo vomitare e singhiozzare e tagliarti e basta. Avevo un lavoro, ma quel figlio di puttana del mio superiore doveva “ridurre le spese dell’azienda”. Mi scopo tua moglie, signor capo di sto cazzo. Dov’eravamo? Ah si. L’insonnia sommata alla dipendenza da droghe e alcool unita a un pizzico di sifilide. Le puttane. Sempre loro. Anche mia moglie lo era ma almeno non aveva la sifilide. Dove mi trovo? I tossici di sopra stanno chiavando allegramente, magari tra uomini, magari con bambini. La vita è tutto uno sguazzare nel fango e incatramarsi sempre di più, finche qualcuno non ti taglia le palle e te le fa ingoiare. Avevo un bambino. Non mi vuole più vedere. Afferro qualche strano oggetto vicino a me. È di vetro. È rotto. Me lo passo tra le mani finche non sento l’odore. Ah. L’odore del sangue. Inizio ad avvicinarlo ai polsi. Ci sono una miriade di pallini verdi e grigi in giro per la stanza. Poi un’esplosione viola di carne marcia. Sento le forze nella mano sinistra scomparire. Sento un dolore acuto al polso. Brucia, brucia, brucia. Ma la mia gola non emette nessun suono. Non sento più i tossici urlare. Mia madre mi sveglia e mi dice che avrebbe dovuto abortire. L’anno dopo è morta di overdose. Ti raggiungo mamma. Ti voglio abbracciare mamma. Ti voglio scopare mamma. Lo hai fatto sempre con chiunque quindi non penso sia un problema. Lo facevi per quelle robe. Poi mi picchiavi, se non lo aveva già fatto papà. Sento un ronzio alla testa. Fatico a respirare. Non sento l’altra mano. Neanche i piedi. Il ronzio si fa più intenso. Vedo una coltre di marrone avvolgermi. Merda tutta la vita e merda pure adesso. La vita è davvero un tuffo sugli scogli. Non sento più nulla. Mi aspetta l’inferno. Sono la tua puttana Lucifero.



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Opera scritta il 20/09/2016 - 16:16
Da martino colombo
Letta n.907 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Molto forte ma intenso. Un affresco al degrado che talvolta riserva la vita. I miei complimenti.

Ilario Lekin 21/09/2016 - 22:36

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Un racconto molto forte con una tematica importante sotto. La dipendenza da droghe può renderti la vita una merda, se poi sei stato maltrattato da piccolo ne diventa un rifugio e la fine sembra già scritta. La soluzione inevitabile per il nostro protagonista è stato il suicidio. Per fortuna c'è anche chi ha la forza di reagire e non finire a fare la puttana di Lucifero.

Seby Flavio Gulisano 21/09/2016 - 10:44

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