Sedevi sotto l’ombrellone
spento lo sguardo tuo, all’orizzonte
in quel mare e cielo ligure di giugno.
Parevi sana ai cechi occhi
che di vedere rifiutano.
Ma il gelo dell’abisso
già insidiava le membra
e inesorabile, la malattia
affondava gli artigli
nella fragile carne.
I giorni scorrevano uguali,
ma crudeli le Parche già operavano,
e Atropo ormai pronta era
a recidere il filo della vita.
Avrei dovuto godere
d’ogni prezioso sospiro
d’ogni saggia parola.
Ma di tutto ero ignara,
tu rodevi dentro ogni dubbio
sola
allontanando da me l’angoscia.
E la parola non fu mai detta!
spento lo sguardo tuo, all’orizzonte
in quel mare e cielo ligure di giugno.
Parevi sana ai cechi occhi
che di vedere rifiutano.
Ma il gelo dell’abisso
già insidiava le membra
e inesorabile, la malattia
affondava gli artigli
nella fragile carne.
I giorni scorrevano uguali,
ma crudeli le Parche già operavano,
e Atropo ormai pronta era
a recidere il filo della vita.
Avrei dovuto godere
d’ogni prezioso sospiro
d’ogni saggia parola.
Ma di tutto ero ignara,
tu rodevi dentro ogni dubbio
sola
allontanando da me l’angoscia.
E la parola non fu mai detta!
Opera scritta il 07/10/2016 - 09:23
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