amava il mistero delle strade e quello chiamato amore,
forse era un aquila forse un falco.
Si è infilato in un ginepraio: ma è solo una psicosi in chiave di sol.
Le ombre lo raggiungono e lo superano, fanno parte di lui,
sembra che la sua voce sia perfetta, ogni cosa per lui è giusta,
la sua stanza è spoglia e sbagliata,
confonde Lucia con Luciana.
Il prossimo gioco lo farà insieme a loro; sbalorditivo in chiave di sol.
E il resto poco importa, forse un do settima aumentata.
Qualcosa gli fa dire che manca una chiave e mette gli apostrofi tra
una porzione di giornata e l’altra che poi collega con travi e chiodi.
Psicosi in chiave di sol, non vi pare una bella cosa.
Avrà cambiato la sua testa nel frattempo.
Cuoce frattaglie, a volte cade.
Si osserva da lontano.
Mi ricordo quand’ebbe un sogno, non si riprese per un po’ di tempo,
ebbe paura, vedeva la neve nell’ombra.
E’ psicosi in chiave di sol.
E’ psicosi in chiave di sol.
Questa è l’ora di prima serata, tira giù una bestemmia,
continua a battere il tempo con il piede,
per lui si parla in chiave di do,
tutto saltato con quell’accento.
C’è un nocciolo duro, forse è in chiave di chissà che,
o è la sua solita psicosi in chiave di sol:
gente che segue i suoi ritmi sincopati,
ballando su archetti a sega.
Nella sera, triste come una sera, punta i suoi piedi contro un muro bianco,
è stanco, cosa penserà della giornata passata?,
è chiaro sta per dissolversi,
come la sua psicosi in chiave di sol.
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