e respiriamo in essa.
L’albero non sa cosa canti l’uccello,
i suoi rami come mani imploranti inseguono il cielo.
E’ freddo e l’aria è tesa,
andiamo giù con la rugiada nella luce del mattino,
senza bisogno di perdonare,
chiedendoci ancora se vogliamo scendere.
C’è una cavità in cui i nostri scrupoli troverebbero respiro,
e un florilegio di venti da cui farsi trasportare.
Tutta quella gente che passeggia per la strada del Giubileo
dovrebbe mettere in pratica quello che predica.
Sto spingendo la ruota dell’amore, sulla strada del Giubileo,
troverò arroganti imbonitori pronti a catechizzare anche questo.
Andiamo giù, con la rugiada del mattino.
E respiriamo in essa.
Mi sto trasformando, sto vibrando, sto volando; guardami ora,
sto volando sulla strada del Giubileo.
Porto un po’ di dolore nella pancia e tonnellate di catastrofi
su di una catena da quaranta pollici.
Gli alberi implorano con i loro bracci anneriti,
uno spaventapasseri di paglia parla dal suo stomaco ventriloquo.
Andiamo giù, con la rugiada del mattino.
E respiriamo in essa.
Noi sappiamo chi siete e sappiamo cosa fate,
respiriamo per perdonare,
respiriamo per toglierci queste macchie di lacrime.
Noi sappiamo dove abitate.
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