eccomi
Beh, nacqui in un giorno di primavera.
A dire il vero, non è stata proprio "magica" la mia nascita...
Sono nata di 8 mesi. Mia madre, dopo un breve fidanzamento con mio padre, rimase incinta....
creatura bellissima, mia madre, mio padre, nelle FF.AA...
Ovviamente, matrimonio con il pancione e poi io...piccola, fragile, scura....
Roma ed un appartamento in affitto in centro: camera, bagno e cucina….
i miei compiti chiusa in bagno, un fratellino con un caschetto biondo come un angelo, ma terribilmente vivace, una tv alla quale la domenica mattina, dopo la messa, guardavo i cartoni animati, la mia amica Paola del piano di sopra, il mio "sempre" senso del dovere...
Un padre autorevole ed autoritario, anche in casa, di poche parole quando si trattava di educare, ma sempre in un italiano impeccabile e, soprattutto, senza possibilità di replica.
Una madre frenata nelle proprie esternazioni, nel suo essere splendidamente donna che sa scegliere, che può decidere...
Ed io, minuta, scura come mio padre, timida ed estremamente sensibile
Ricordo con commozione mia nonna materna che diceva: eh, ennè tan blin purtin, ma brutt’ en fasc bell’ piazz!!!! (non e' troppo carina, poverina, ma chi è brutta alla nascita, è bella da grande)…..
Me l’ha ripetuto anche negli anni successivi, finchè un giorno ha detto: en sei poi tan mel…sei blin… (non sei poi tanto male, sei carina)….un “complimento” da questa donna austera che aveva cresciuto da sola tre figlie (mio nonno era deceduto durante la seconda guerra mondiale), alta, volitiva, estremamente devota, bella anche lei.
Ricordo la maestra Berlingozzi, della materna, il cestino di vimini, la tovaglietta, il pane e nutella.
Ricordo le braccia conserte sul banco e la testa china sulle braccia quando lei, la maestra, aveva mal di testa.
E poi, la profumatissima e truccatissima maestra della scuola Elementare Alessandro Manzoni in Roma.
Ai colloqui, sporadici allora, sosteneva: questa bimba ha un generale in casa e non riesce a sbloccarsi neppure a scuola...
troppo timida, impaurita...non fa altro che dire: mi scusi, ho sbagliato!
Già! piccola, fragile, insicura.
Ma a casa io ero “la grande”, dovevo capire, comprendere, supportare, sopportare....
Eppure, ho vissuto un'infanzia relativamente felice...
vacanze al mare ed in montagna, parenti, nonne, sport, affetto, amici...
Si, ebbene, apparentemente...perchè il mio più grande cruccio era l'infelicità di mia madre...
lei non diceva,
lei non parlava,
ma io, piccola, scura, sensibile...comprendevo
Ascoltavo in silenzio le liti, piangeva…piangevo.
L'ho persa, ormai, 17 anni fa….da qual giorno ho capito che non ero più figlia…
ero diventata esclusivamente madre, anche se, allora, la mia piccola aveva già tre anni.
Ho odiato mio padre, l’ho ritenuto responsabile della malattia di mia madre, ma non ho mai mancato nei miei doveri di “figlia”, o meglio, nei miei doveri di figlia femmina”.
Mio padre, ora, è anziano ed ha la tenerezza della vecchiaia.
Sono passati tanti anni…ho “dimenticato” la mia rabbia, credo abbia pagato abbastanza. In fondo lui l’amava…forse più di quanto lei abbia mai amato lui. Lei l’ha perdonato, lo so…perché non avrei dovuto farlo io?
Ho messo da parte i ricordi più tristi, cerco di “vivermelo” anche perché non so ancora quanto potrò godere della sua presenza. Probabilmente solo allora sarò veramente madre esclusiva...quando perderò l'ultima mia radice.
E’ fragile, com’ero io da piccola, è scuro, è sensibile…si commuove facilmente….
è “vecchio”, è il mio vecchio papà.
Ecco…questa è parte della mia storia…quella più dolorosa
Gli amori, l’amore non lo racconterei a nessuno…non riguarda solo me, non ne avrei il diritto.
Tutto il resto, chiuso nel piu' recondito cassetto della mia vita….
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appartenesse. Se non sapessi che non sono pazzo, direi che a scrivere sia mio padre.
Intenso e profondo...un po' ciascuno di noi ha vissuto questo dolore per la perdita di una persona cara...io mio padre, per lungo tempo ero arrabbiata con la vita per avermelo portato via...
Scusa se mi sono dilungata Tesoro...ma mi hai toccato il cuore
Il mio elogio e la mia lieta giornata.
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Grazie a tutti...
Silvia, sono curiosa. Ho sempre saputo che dietro quella scorza dura si calesse la tenerezza assoluta, la sofferenza.
Grazie Poeti tutti
Si impara, nella vita, che spesso gli errori sono frutto del ns vissuto...
Si può cercare di comprendere
...di perdonare.
Vi voglio bene
Laisa piaciuta molto la tua prova creativa. Un abbraccio
Con il tempo si cambia, si diventa più sensibili e capaci, se non di perdonare, almeno di lasciar perdere per il bene di tutti, finché i genitori ancora ci accompagnano in questa vita.
Eppure sono convinta che a cambiare non siamo solo noi figli, ma sono anche loro e ciò lo si può scorgere nei loro sguardi opachi, nei loro silenzi e nei loro sospiri che sanno dire più di mille parole. E' il loro modo di abbracciarci, non chiediamo di più.
Ciao!
Abbiamo più o meno la stessa età l'educazione ai nostri tempi era rigida . La timidezza era parte di me e non mi abbandonava i maestri mi dicevano che mi isolavo. Un infanzia che non ricordo con molto piacere.
Buona giornata cara