AMICO MIO 2° MEDIA
Ti ricordi amico mio i tempi della scuola,
quell’aula fatiscente all’ultimo piano del comune,
io che venivo dalla campagna accavallo alla strada,
nevicasse, piovesse o tirasse vento.
Ti ricordi quando arrivavo a scuola inzuppato,
oppure infreddolito, mi mettevo davanti la stufa,
ti ricordi quella stufa in terra cotta alta 2 metri,
voi scrivevate io li a scardarmi o asciugarmi.
Ti ricordi vi prendevo in giro con risatine, e il gesto dell’ombrello, se si accorgeva la professoressa
mi mandava al posto e dovevo fare il compito.
Ti ricordi amico mio quanti bei giorni si è trascorso
assieme nello stesso banco che scricchiolava,
la professoressa sempre diceva:-Rosati ti sento agitato-
tu amico mio con la testa nel quaderno ridevi.
Il nuovo anno scolastico ci portò nuova scuola,
bella, bianca dentro e fuori, cerano pure i termosifoni,
venivo sempre dalla campagna,
non cera più l’amica stufa a legna che riscaldava.
Quello fu l’ultimo anno che avevamo le ragazze,
ti ricordi amico mio a morra ci giocavamo il banco,
il banco con la più bella ragazza possibilmente.
Ti ricordi quando due fette con burro e marmellata
dividevamo io mangiavo metà della tua e te della mia,
che tempi amico mio io ritornerei a quei tempi.
Non avevamo telefonini, nulla avevamo ma felici,
quel poco eravamo abituati a farcelo bastare,
ti ricordi la mattina a volte non avevo fatto compiti,
ricopiavo da te i problemi o le espressioni,
ti ricordi quel tre a tutti e due perché avevi sbagliato.
Ti ricordi amico mio io sono sempre stato sovversivo,
quella sovversione mi costò cinque giorni di sospensione,
quando tornai a casa dissi:- La scuola è chiusa per cinque giorni-
ma il bidello portò la lettera a casa dai miei.
Ti ricordi amico quando sono rientrato, tutti quei sorrisini,
me le ricordo ancora, il mio posto al banco era di un altro,
io per quell’anno oramai ero segato ultimo in fondo.
Amico mio me li ricordo tutti quei momenti,
ti ricordi amico mio quando fuori da scuola abbordavo
quella ragazza e come te non c’è più è volata in cielo,
tu dicevi sempre lasciala stare è più grande di te,
il lupo non guarda all’età ma alla sostanza.
Amico a quel tempo ero davvero un lupo,
oggi non so più cosa sono se mezzo lupo e mezzo agnello,
oggi sono triste amico, pure tu te ne sei andato,
pure questa è una pagina strappata della nostra vita.
Ti ricordi amico mio i tempi della scuola,
quell’aula fatiscente all’ultimo piano del comune,
io che venivo dalla campagna accavallo alla strada,
nevicasse, piovesse o tirasse vento.
Ti ricordi quando arrivavo a scuola inzuppato,
oppure infreddolito, mi mettevo davanti la stufa,
ti ricordi quella stufa in terra cotta alta 2 metri,
voi scrivevate io li a scardarmi o asciugarmi.
Ti ricordi vi prendevo in giro con risatine, e il gesto dell’ombrello, se si accorgeva la professoressa
mi mandava al posto e dovevo fare il compito.
Ti ricordi amico mio quanti bei giorni si è trascorso
assieme nello stesso banco che scricchiolava,
la professoressa sempre diceva:-Rosati ti sento agitato-
tu amico mio con la testa nel quaderno ridevi.
Il nuovo anno scolastico ci portò nuova scuola,
bella, bianca dentro e fuori, cerano pure i termosifoni,
venivo sempre dalla campagna,
non cera più l’amica stufa a legna che riscaldava.
Quello fu l’ultimo anno che avevamo le ragazze,
ti ricordi amico mio a morra ci giocavamo il banco,
il banco con la più bella ragazza possibilmente.
Ti ricordi quando due fette con burro e marmellata
dividevamo io mangiavo metà della tua e te della mia,
che tempi amico mio io ritornerei a quei tempi.
Non avevamo telefonini, nulla avevamo ma felici,
quel poco eravamo abituati a farcelo bastare,
ti ricordi la mattina a volte non avevo fatto compiti,
ricopiavo da te i problemi o le espressioni,
ti ricordi quel tre a tutti e due perché avevi sbagliato.
Ti ricordi amico mio io sono sempre stato sovversivo,
quella sovversione mi costò cinque giorni di sospensione,
quando tornai a casa dissi:- La scuola è chiusa per cinque giorni-
ma il bidello portò la lettera a casa dai miei.
Ti ricordi amico quando sono rientrato, tutti quei sorrisini,
me le ricordo ancora, il mio posto al banco era di un altro,
io per quell’anno oramai ero segato ultimo in fondo.
Amico mio me li ricordo tutti quei momenti,
ti ricordi amico mio quando fuori da scuola abbordavo
quella ragazza e come te non c’è più è volata in cielo,
tu dicevi sempre lasciala stare è più grande di te,
il lupo non guarda all’età ma alla sostanza.
Amico a quel tempo ero davvero un lupo,
oggi non so più cosa sono se mezzo lupo e mezzo agnello,
oggi sono triste amico, pure tu te ne sei andato,
pure questa è una pagina strappata della nostra vita.
Opera scritta il 23/03/2017 - 13:24
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Voto: | su 8 votanti |
Commenti
Altro che ricordi, adrenalina pura che già correva nel sangue. Quel che succedeva sopra e sotto i banchi nell'unica classe mista lo ricorda tutto l'edificio.
Mi hai scaraventato indietro di non so quanti anni, forse perchè non ho voglia di contarli.
ma c'è tutto di quegli anni sessanta dove non c'era niente, dove il bidello era il maledetto mercurio di turno, che cercavamo di corrompere per non portare nulla a casa.
Le sedioline che volavano, cosi chiamavamo i 4, magari anche in condotta, quel maledetto voto che ci inchiodava sempre.
Anche questo fa parte di una storia e di una generazione che ormai non c'è più.
Non ci si diverte più a scuola, tutto è cambiato.
MA I RICORDI NO, quelli non teli toglie più nessuno, saranno sempre un dolce porto dove ritrovare volti, fatti eventi di un mondo che sembra definitivamente scomparso.
Ricordi che fanno uscire qualche lacrima, per chi ha avuto la fortuna di viverli cosi.
COMPLIMENTI !!!!
Mi hai scaraventato indietro di non so quanti anni, forse perchè non ho voglia di contarli.
ma c'è tutto di quegli anni sessanta dove non c'era niente, dove il bidello era il maledetto mercurio di turno, che cercavamo di corrompere per non portare nulla a casa.
Le sedioline che volavano, cosi chiamavamo i 4, magari anche in condotta, quel maledetto voto che ci inchiodava sempre.
Anche questo fa parte di una storia e di una generazione che ormai non c'è più.
Non ci si diverte più a scuola, tutto è cambiato.
MA I RICORDI NO, quelli non teli toglie più nessuno, saranno sempre un dolce porto dove ritrovare volti, fatti eventi di un mondo che sembra definitivamente scomparso.
Ricordi che fanno uscire qualche lacrima, per chi ha avuto la fortuna di viverli cosi.
COMPLIMENTI !!!!
ALFONSO BORDONARO 24/03/2017 - 09:58
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Mi hai commosso Giancarlo, un po lupo eri anche da ragazzo...
ma, ora che scrivi e lasci le tue emozioni su' una pagina di vita che è mancata mi fai piangere e tanta tenerezza nel pensarti tra quei banchi di scuola con amici veri a condividere pane ed emozioni...Bellissimo!
ma, ora che scrivi e lasci le tue emozioni su' una pagina di vita che è mancata mi fai piangere e tanta tenerezza nel pensarti tra quei banchi di scuola con amici veri a condividere pane ed emozioni...Bellissimo!
margherita pisano 23/03/2017 - 22:40
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Bellissimo.. non serve aggiungere altro
Francesco Gentile 23/03/2017 - 19:34
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ROCCO le parole cattive vengono da altre bocche non certo dalla tua tranquillo amico mio
GIANCARLO POETA DELL'AMORE 23/03/2017 - 19:13
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GIANCARLO, SE MI AVESSE DAVANTI E MI PRENDEREBBE A SCHIAFFI, NON REAGIREI; SE MI DESSE DELL'IMBECILLE NON REPLICHEREI... PER AVER FATTO PASSARE PER "DIVERTENTE" PAGINE DI UN PASSATO DI SACRIFICI E IN PIU' LA PERDITA DI UN AMICO CON CUI NON POTRAI MAI RIMEMBRARE QUEGLI ATTIMI NON CERTO FELICI. MI SCUSO IMMENSAMENTE.
LIETA SERATA.
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LIETA SERATA.
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Rocco Michele LETTINI 23/03/2017 - 18:23
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I ricordi e le condivisioni della fanciullezza che serbiamo gelosamente nell'animo all'improvviso ritornano a fare capolino nella mente e non possiamo fare a meno di raccontarli.Tu l'hai fatto egregiamente.
paola marsano 23/03/2017 - 16:32
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Giancarlo....hai scritto cosa grande e bella.... la semplicità dei gesti la fa grande... la verità dei gesti la fa immensa... il ricordo di quella amicizia la rende unica... la nostalgia di quella età la rende sana, pulita, grandiosa agli occhi di chi ti legge ... tutti abbiamo ricordi simili... cambia l'ambientazione, la stufa forse, ma il sentimento è quello che provo io se mi ricordo e ricordo ...
mi sono detto... ciò che sono, ciò che siamo (generalizzo e me ne scuso) forse è partito proprio da quel vivere... quel vivere che oggi è ricordo. ED ERA UN BEL VIVERE.
grazie per ciò che riesci a trasmettermi .... GRAZIE
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mi sono detto... ciò che sono, ciò che siamo (generalizzo e me ne scuso) forse è partito proprio da quel vivere... quel vivere che oggi è ricordo. ED ERA UN BEL VIVERE.
grazie per ciò che riesci a trasmettermi .... GRAZIE
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Paolo Pedinotti 23/03/2017 - 15:27
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Bravissimo Giancarlo,bella e commovente
Bruno Abbondandolo 23/03/2017 - 14:47
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Rimembranze lontane e nostalgiche che hanno lasciato il segno e che meravigliosamente vengono messe i primo piano dall'Autore che chiude con una nota di tristeza. Molto bello il tuo racconto, ciao.
Francesco Scolaro 23/03/2017 - 14:43
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Insomma sei stato sempre malandrino dai giorni della scuola... ahahah...
Anafore divertenti e rievocative brillantemente forgiate.
Lieto meriggio, Giancarlo.
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Anafore divertenti e rievocative brillantemente forgiate.
Lieto meriggio, Giancarlo.
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Rocco Michele LETTINI 23/03/2017 - 14:43
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UN RACCONTO TOCCANTE
bellissima dedica ad un Amico che nn c'è più ma che con te ha condiviso il sapore della giovinezza, della spavalderia, dell'ingenuità, della meraviglia
molto dolce Poeta ed incredibilmente bellissimo......
bellissima dedica ad un Amico che nn c'è più ma che con te ha condiviso il sapore della giovinezza, della spavalderia, dell'ingenuità, della meraviglia
molto dolce Poeta ed incredibilmente bellissimo......
laisa azzurra 23/03/2017 - 14:27
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