CARPE DIEM
La vita fugge, non cercare dunque più di quanto ti offre la gioia del momento e affrettati a goderla. (Stendhal)
Molto prima di Stendhal già il poeta Orazio, vissuto intorno al 50 a.c. aveva inaugurato questa considerazione scaturita da una visione pessimistica della vita e dalla incapacità da parte dell’uomo di prevedere il futuro.
“Carpe diem”, letteralmente "cogli il giorno", viene tradotta in italiano comunemente come "cogli l'attimo", anche se la traduzione più appropriata sarebbe "vivi il presente".
E’ una locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8). Viene, di norma, citata nella forma abbreviata, anche se sarebbe opportuno completarla con il seguito del verso oraziano: "quam minimum credula postero" ("confidando il meno possibile nel domani").
Orazio, sempre alla ricerca di risposte sui grandi temi esistenziali, risposte che di fatto non troverà mai, aderisce parzialmente all'epicureismo, una delle correnti di pensiero più importanti del pensiero antico.
Il poeta sembra, infatti, non essere mai sfuggito all'angoscia della morte, percepita sempre come imminente.
Di fatto, si tratta di una delle più celebri orazioni della latinità; ma anche di una delle filosofie di vita più influenti della storia. Stendhal ne marca il significato, non discostandosi da quanto detto dal poeta latino, non aggiungendo di fatto nulla, ma confermando il pessimismo e l’ineluttabilità del destino umano.
La filosofia oraziana, di fatto, si fonda sulla considerazione che l'uomo non ha la capacità di conoscere il futuro, tantomeno di immaginarlo, determinarlo o cambiarlo.
Solo sul presente l'uomo può intervenire e solo sul presente, quindi, devono concentrarsi le sue azioni.
In altri termini lo sforzo o, se vogliamo, la fatica quotidiana sta nel cogliere le gioie, le occasioni, che si presentano oggi, senza farsi condizionare da false speranze, ansie o timori per il futuro.
Questo concetto, oggi, è stato profondamente travisato, ma ne parleremo dopo. E’ una filosofia di vita che pone in primo piano la libertà dell'uomo nel gestire la propria vita ed esprime implicitamente un altro concetto, ovvero il fatto che ciascuno è responsabile del proprio tempo.
Nella locuzione s'intrecciano, quindi due concetti essenziali: la qualità (carpe) e la temporalità (diem) del vivere.
Però, nel tempo, il significato ha perso la fisionomia originaria del “governare” il proprio tempo e ha assunto sempre più il senso del “godere”.
Il significato, via via ha assunto sempre più il significato di ricerca del piacere, prima dal gusto leggero fatto di sottile eleganza, poi si è andati oltre, immaginando il piacere ad ogni costo, sempre meno circoscritto ai valori che hanno contraddistinto la nostra civiltà in termini di etica sociale e morale personale.
Non concetti astratti, ma attitudine e approccio nel modo di concepire la vita in modo da non oltrepassare il fosso senza più vincoli, disinteressandosi del potenziale o reale danno che poteva ricadere sugli altri, ma la ricerca smodata del soddisfacimento del proprio IO.
Allora in questa locuzione bisogna recuperare il senso originale, ovvero guardare al semplice godimento di un piacere, pur se responsabilizzato.
E’ necessario infondere all'atteggiamento dell’uomo una serena dignità che dia valore alla propria esistenza, sfidando l'usura del tempo e il suo essere breve ed effimero.
Quindi non un godimento materialistico, ma un piacere senza turbamento, che non dimentichi lo spirito dell’uomo, collocato in una esistenza che deve fare i conti con l’imprevedibilità del futuro, ma anche la gioia dignitosa della vita e il coraggio di ricordare sempre il proprio fine e la propria fine.
Allora la vera gioia è la fusione con l'ammirata esplorazione del paesaggio, meraviglioso e sublime, è la condivisione degli affetti con chi si ama, è il saper cogliere il meglio anche dal poco, non cercando in un futuro incerto, accentuando l’attesa di qualcosa che forse non verrà mai, mortificando quanto si ha oggi, che proprio per il passare del tempo rischia di sfumare, di perdersi, senza averlo, di fatto, adeguatamente apprezzato e vissuto.
Molto prima di Stendhal già il poeta Orazio, vissuto intorno al 50 a.c. aveva inaugurato questa considerazione scaturita da una visione pessimistica della vita e dalla incapacità da parte dell’uomo di prevedere il futuro.
“Carpe diem”, letteralmente "cogli il giorno", viene tradotta in italiano comunemente come "cogli l'attimo", anche se la traduzione più appropriata sarebbe "vivi il presente".
E’ una locuzione tratta dalle Odi del poeta latino Orazio (Odi 1, 11, 8). Viene, di norma, citata nella forma abbreviata, anche se sarebbe opportuno completarla con il seguito del verso oraziano: "quam minimum credula postero" ("confidando il meno possibile nel domani").
Orazio, sempre alla ricerca di risposte sui grandi temi esistenziali, risposte che di fatto non troverà mai, aderisce parzialmente all'epicureismo, una delle correnti di pensiero più importanti del pensiero antico.
Il poeta sembra, infatti, non essere mai sfuggito all'angoscia della morte, percepita sempre come imminente.
Di fatto, si tratta di una delle più celebri orazioni della latinità; ma anche di una delle filosofie di vita più influenti della storia. Stendhal ne marca il significato, non discostandosi da quanto detto dal poeta latino, non aggiungendo di fatto nulla, ma confermando il pessimismo e l’ineluttabilità del destino umano.
La filosofia oraziana, di fatto, si fonda sulla considerazione che l'uomo non ha la capacità di conoscere il futuro, tantomeno di immaginarlo, determinarlo o cambiarlo.
Solo sul presente l'uomo può intervenire e solo sul presente, quindi, devono concentrarsi le sue azioni.
In altri termini lo sforzo o, se vogliamo, la fatica quotidiana sta nel cogliere le gioie, le occasioni, che si presentano oggi, senza farsi condizionare da false speranze, ansie o timori per il futuro.
Questo concetto, oggi, è stato profondamente travisato, ma ne parleremo dopo. E’ una filosofia di vita che pone in primo piano la libertà dell'uomo nel gestire la propria vita ed esprime implicitamente un altro concetto, ovvero il fatto che ciascuno è responsabile del proprio tempo.
Nella locuzione s'intrecciano, quindi due concetti essenziali: la qualità (carpe) e la temporalità (diem) del vivere.
Però, nel tempo, il significato ha perso la fisionomia originaria del “governare” il proprio tempo e ha assunto sempre più il senso del “godere”.
Il significato, via via ha assunto sempre più il significato di ricerca del piacere, prima dal gusto leggero fatto di sottile eleganza, poi si è andati oltre, immaginando il piacere ad ogni costo, sempre meno circoscritto ai valori che hanno contraddistinto la nostra civiltà in termini di etica sociale e morale personale.
Non concetti astratti, ma attitudine e approccio nel modo di concepire la vita in modo da non oltrepassare il fosso senza più vincoli, disinteressandosi del potenziale o reale danno che poteva ricadere sugli altri, ma la ricerca smodata del soddisfacimento del proprio IO.
Allora in questa locuzione bisogna recuperare il senso originale, ovvero guardare al semplice godimento di un piacere, pur se responsabilizzato.
E’ necessario infondere all'atteggiamento dell’uomo una serena dignità che dia valore alla propria esistenza, sfidando l'usura del tempo e il suo essere breve ed effimero.
Quindi non un godimento materialistico, ma un piacere senza turbamento, che non dimentichi lo spirito dell’uomo, collocato in una esistenza che deve fare i conti con l’imprevedibilità del futuro, ma anche la gioia dignitosa della vita e il coraggio di ricordare sempre il proprio fine e la propria fine.
Allora la vera gioia è la fusione con l'ammirata esplorazione del paesaggio, meraviglioso e sublime, è la condivisione degli affetti con chi si ama, è il saper cogliere il meglio anche dal poco, non cercando in un futuro incerto, accentuando l’attesa di qualcosa che forse non verrà mai, mortificando quanto si ha oggi, che proprio per il passare del tempo rischia di sfumare, di perdersi, senza averlo, di fatto, adeguatamente apprezzato e vissuto.
Opera scritta il 09/04/2017 - 19:25
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Commenti
GRAZIE GENOVEFFA per il tuo commento e per le tue considerazioni.
ALFONSO BORDONARO 11/04/2017 - 13:48
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Splendida analisi impregnata di saggezza, complimenti
genoveffa frau 11/04/2017 - 10:00
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GRAZIE LAISA per il tuo commento e per le tue riflessioni, mi fa molto piacere se il mio semplice scritto di ha fornito un contributo a ragionare su te stessa.
ALFONSO BORDONARO 10/04/2017 - 21:34
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Maestro, posso alzare la mano?
per applaudirla, s'intende
battute sciocche a parte, complimenti
mi inchino alle tue osservazioni e le condivido pienamente
godere pienamente della bellezza che ci circonda (che sia materiale piuttosto che spirituale....). L'ambizione di ottenere "di più" nn mi è mai appartenuta (forse, quella di migliorarmi, ma senza farne mai una ragione di vita), anzi, ringrazio Dio (chiunque esso sia), per quel che mi ha donato.
l'attimo...lo colgo ogni giorno ed ogni notte
per applaudirla, s'intende
battute sciocche a parte, complimenti
mi inchino alle tue osservazioni e le condivido pienamente
godere pienamente della bellezza che ci circonda (che sia materiale piuttosto che spirituale....). L'ambizione di ottenere "di più" nn mi è mai appartenuta (forse, quella di migliorarmi, ma senza farne mai una ragione di vita), anzi, ringrazio Dio (chiunque esso sia), per quel che mi ha donato.
l'attimo...lo colgo ogni giorno ed ogni notte
laisa azzurra 10/04/2017 - 20:19
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GRAZIE FRANCESCO il tuo riferimento a Diogene dimostra la tua passione per il pensiero antico. Concordo con la tua analisi, dobbiamo essere più CONSAPEVOLI di noi stessi.
ALFONSO BORDONARO 10/04/2017 - 13:21
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Noi siamo dei camminatori con una lanterna in mano, vediamo solamente quello che è prossimo a noi, oltre c'è l'oscurità. A fronte di questo bisogna sapersi creare una filosofia di vita che valorizzi il presente sapendo che il futuro non lo governiamo.....I grandi pensatori con le loro teorie possono darci un grande sostegno per come meglio affrontare il grande mistero della vita.
Grazie per la tua efficace lezione di vita.
Grazie per la tua efficace lezione di vita.
Francesco Scolaro 10/04/2017 - 10:24
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GRAZIE ROCCO MICHELE per i tuoi sempre generosi commenti.
ALFONSO BORDONARO 10/04/2017 - 09:33
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GRAZIE MIMMI mi hai regalato un ulteriore spunto di riflessione che andrò a rileggere.
ALFONSO BORDONARO 10/04/2017 - 09:32
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GRAZIE SALVATORE per il tuo commento e il tuo giudizio molto gradito.
ALFONSO BORDONARO 10/04/2017 - 09:28
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GRAZIE SAVINO pr il tuo commento e per avermi ricordato le parole di Seneca
Mi hai anche fornito l'opportunità di tradurre una frase dal latino cosa che non facevo da molto tempo. "di quello ti prego e ti esorto affinché la filosofia ti scenda nell'intimo del cuore.
Io amo la filosofia, l'ho studiata anche all'università e la trovo un ottimo strumento per riflettere come hai fatto tu del resto.
Mi hai anche fornito l'opportunità di tradurre una frase dal latino cosa che non facevo da molto tempo. "di quello ti prego e ti esorto affinché la filosofia ti scenda nell'intimo del cuore.
Io amo la filosofia, l'ho studiata anche all'università e la trovo un ottimo strumento per riflettere come hai fatto tu del resto.
ALFONSO BORDONARO 10/04/2017 - 09:27
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Un saggio sugli antichi celeberrimi filosofi analizzato con maestria et chiarezza.
Lieta settimana, Alfonso.
*****
Lieta settimana, Alfonso.
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Rocco Michele LETTINI 10/04/2017 - 08:31
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Un' ottima analisi che mi ha rinfrescato un po' la memoria...grazie!
Ti lascio questa: " Vivi ogni giorno come se fosse ogni giorno". ( Pablo Neruda )
Ti lascio questa: " Vivi ogni giorno come se fosse ogni giorno". ( Pablo Neruda )
Mimmi Due 10/04/2017 - 08:20
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Ottima spiegazione.lode lode..
una buona giornata ate Afonso
una buona giornata ate Afonso
Salvatore Rastelli 10/04/2017 - 08:18
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Nolenti o volenti siamo influenzati dal passato, dal presente e per assurdo dal futuro, secondo alcune teorie il tempo è immutabile e dipende da quale prospettiva ci troviamo immersi, per trovarci nel passato, nel presente o nel futuro.
Partendo da questi presupposti, basta prendere spunto da ovunque ed adattarlo al nostro stile di vita. Se viviamo nel passato o nel futuro, si perde di vista il presente. Il passato è fonte d'esperienza, che deve evitarci di commettere i medesimi errori. Il futuro immaginando e sognando di realizzare i nostri desideri, necessita di programmazione. Ma nel presente che dobbiamo vivere e apprezzare le cose belle che abbiamo a disposizione. Illud te rogo atque hortor , ut philosophiam in praecordia ima demittas (Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l'ultimo).
Partendo da questi presupposti, basta prendere spunto da ovunque ed adattarlo al nostro stile di vita. Se viviamo nel passato o nel futuro, si perde di vista il presente. Il passato è fonte d'esperienza, che deve evitarci di commettere i medesimi errori. Il futuro immaginando e sognando di realizzare i nostri desideri, necessita di programmazione. Ma nel presente che dobbiamo vivere e apprezzare le cose belle che abbiamo a disposizione. Illud te rogo atque hortor , ut philosophiam in praecordia ima demittas (Vivi ogni giorno della tua vita come se fosse l'ultimo).
Savino Spina 10/04/2017 - 01:33
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GRAZIE MIRELLA molto spesso la ricerca del vero è motivo di fatica e sofferenza, ma è anche gioia nel trovare risposta a dilemmi a volte insolubili.
Godimento senza turbamento vuol dire non essere schiavi del piacere, ma avere sempre il controllo di noi stessi. Spero ti sia piaciuto.
Godimento senza turbamento vuol dire non essere schiavi del piacere, ma avere sempre il controllo di noi stessi. Spero ti sia piaciuto.
ALFONSO BORDONARO 09/04/2017 - 23:45
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GRAZIE ALBERTO amo la riflessione e la ricerca di risposte ai mille quesiti che ci poniamo.
ALFONSO BORDONARO 09/04/2017 - 23:42
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ALFONSO...Hai esplorato il pensiero dei grandi filosofi che fecero insegnamento, scuola "dell'amore del sapere" Hai spiegato a grandi linee la necessità di cogliere l'attimo o la vita nel preciso momento in cui la viviamo.Ci esorti ad essere più consapevoli della bellezza che abbiamo e della vita stessa che ci è stata donata.Non sono all'altezza di seguirti quando scrivi di un "godimento senza turbamento", che poi sarebbe quello che viviamo ogni giorno e che si contesta sempre, perche gia nostro.Stendhal aveva ragione sarà il pessimismo e l'ineluttabilità del destino a farci perdere la gioia di ciò che abbiamo! Starei le ore a leggerti, ma hai il potere di capovolgere le mie poche convinzioni. Penso sia per questo, che mi piace quello che scrivi.
Carpe Diem sempre...Buona notte.
Carpe Diem sempre...Buona notte.
mirella narducci 09/04/2017 - 23:27
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Ottima spiegazione della celeberrima frase oraziana e cioè carpe diem!. Più che un'ottima spiegazione direi un'ottima analisi. Questo dimostra tutta la tua cultura e il tuo intelletto in questa bellissima spiegazione. 5*. Buona notte Alfonso
Alberto Berrone 09/04/2017 - 23:10
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