sono innamorato della poesia.
Studio lettere.
- Sei impazzito! A chi
vuoi mai scrivere? Nessuno
ci ha mai
compreso.
Sono sdraiato sul divano.
Mi viene in mente
che l'amore
è quasi una confessione,
una confessione che si fa forse
per vanità,
per dimostrare di essere vivo,
o forse per morire
(in fondo
sono sempre stato quel bambino
un po' triste, magro, con un piccolo
cuore malato, che vuole correre
negli enormi campi verdi
della vita).
È un'idea un po' sciocca
e un po' troppo grande per me:
sorrido.
Penso ai miei poveri versi sgualciti.
- Ho allevato questi versi
come si allevano i bambini.
Ho vissuto con questi miei figli,
ho pianto con loro,
per poi vedere i miei occhi
pieni di
sgomento,
per poi rivedere gli occhi di mio padre.
Penso fra me.
Sorrido:
mio padre ascolta la telecronaca
della sua vita
seduto in giardino
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LIETA GIORNATA ANTONIO.
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