Immobile ascolto il lento incedere
di questo insopportabile suono;
lo sento da anni,
minuto dopo minuto, ora dopo ora;
è la macchina che mi ricorda, ancora e sempre,
che sono inesorabilmente vivo!
di questo insopportabile suono;
lo sento da anni,
minuto dopo minuto, ora dopo ora;
è la macchina che mi ricorda, ancora e sempre,
che sono inesorabilmente vivo!
Un grigio soffitto, liscio come il marmo
è il solo orizzonte concesso ai miei occhi
che vagano in cerca di spazi infiniti;
Ricordo il mio corpo agile, veloce
che corre, che si siede, si rialza e si libera
e lo immagino ora fermo, rigido
connesso a false speranze di vita
mentre il tempo lo sgretola
senza un minimo segno di rispetto.
Vedo volti, ascolto preghiere, piango lacrime
in un muto paradiso senza spazio e senza tempo
dove lo sguardo rimane l'unico anelito di vita
persuaso dalla pietà dell'amore altrui.
Aggrappato ad una fede che mi regala momenti
di flebile speranza
mi perdo in antichi orizzonti
e mi accontento di scivolare lentamente
fra le braccia di un nulla quanto mai agognato.
Opera scritta il 04/05/2017 - 23:48
Letta n.1105 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
ascetica poesia meravigliosamente espressa*****
enio2 orsuni 05/05/2017 - 17:17
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Grazie a Laisa e Anto.
MAURIZIO R. MASSARI 05/05/2017 - 14:32
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Stupenda, seppur tragica
laisa azzurra 05/05/2017 - 14:06
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Bella poesia tra la flebile fede e il nulla, se c'è un limite materiale che intralcia i tuoi desideri lo oltrepassi con questi versi. Un saluto
anto taglia 05/05/2017 - 10:33
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