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Come questo maggio
che non trova primavera,
con passi senza slancio
muovo,tra i cipressi della sera


memori, le immobili pietre
mi danno il benvenuto
e fan corona e fiere
al mio simile spartito


cammino lungo il bel vialetto
e sento vibrare ancora l'eco
disperato, il pianto mio giovinetto,
di quando ti portammo a questo prato


oggi qui tra questi nostri
più non verso lacrime fanciulle
che il cuore allora diede agli occhi
spingendoli lutto alla mia valle


poi sazio dei miei cari e del dolore
mi volgo in un sorriso con le spalle
ringraziando della vita il caro padre
mentre il cielo già balugina di stelle




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Opera scritta il 07/05/2017 - 21:38
Da anto taglia
Letta n.1097 volte.
Voto:
su 0 votanti


Commenti


ottima ****

enio2 orsuni 08/05/2017 - 12:38

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