e mi spinge a chiedermi dove finirà questa parte di cielo,
incutendomi timore per la vastità che vedo.
Ancora un altro giro alla roulette russa.
Ci sono odori ammorbanti di salsedine giù fino al porto,
posto quieto dove trovare riposo.
Cammino per le strade spolverate di rena
e osservo il frangersi delle onde sui frangiflutti.
Il mio sguardo abbraccia l’ovest e l’est,
là dove il sole sorge e poi gigioneggia,
con i suoi raggi scarlatti,
siamo mille miglia lontani dalla terra.
Ancora un giro alla roulette russa.
Sento il rumore del tamburo che prepara l’ultima pallottola.
Me ne andrò da questo mondo forse,
senza averti abbracciata per l’ultima volta.
C’è odore di gelsomino in fiore qui sull’asfalto,
qualcuno deve averci tenuto,
a completare questo mosaico senza fine.
Pure io ho tentato ma invano e ho richiuso la mia mano.
Ora il mio sguardo volge lontano, abbraccia la linea dell’orizzonte
e conserva mille pupille vive e colme di immagini.
Non è molto tempo che sto da queste parti.
Giusto il tempo di fare un altro giro alla roulette russa.
Dammi ancora una possibilità di vedere oltre l’infinito,
di scorgere oceani e lande, mari in tempesta e scogli.
Io che sono qui dietro questo molo e
ti aspetto, dopo l’ultimo giro alla roulette russa.
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Ti esorto a scrivere un romanzo...la immagini ci sono tutte, i presupposti, idem