Che ne sai tu, boia, dei miei pensieri
scritti a caratteri cubitali sui muri della mia anima
scritti a caratteri cubitali sui muri della mia anima
Tu, boia, con le mani nude, mi stringi il collo
e sigilli le labbra con la colla dell'indifferenza
e lasci che la mia bocca e la mia gola
si gonfino di urla represse
che i miei occhi schizzino fuori
a cercare quello che non c'è di te
Che ne sai tu, boia, dei miei dolori di vita
dei miei sospiri interrotti da apnee emotive
Tu, artefice del mio destino, mi afferri i polsi
e mi spingi giù a terra a guardare polvere volante
pronta scusa dei miei occhi arrossati
e poi ti allontani a grandi passi
per cancellarmi dai tuoi pensieri,
visitare spazi vuoti di me
e lasciare tele bianche nelle stanze del mio vivere
Opera scritta il 19/04/2013 - 22:25
Letta n.1618 volte.
Voto: | su 9 votanti |
Commenti
Vi ringrazio Claretta e Francesco per i vostri commenti
Daniela Cavazzi 21/04/2013 - 12:54
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Poesia che secondo me esprime un grande battaglia interiore un dolore che alla fine ti svuota di ogni energia lasciandoti solo un gran vuoto dentro.(o forse no?)comunque bella,ciao
Claretta Frau 20/04/2013 - 19:36
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Dolore del morire ripetutamente per mano di un carnefice a cui solo la mente sa ribellarsi, ma al quale si continua a soccombere, con sofferta consapevolezza. Quelle tele bianche, in fondo, restano forse l'unica via per sfuggire ad un destino apparentemente ineluttabile.
Ognuno ci vede qualcosa di diverso in una poesia: io ci ho visto questo...
Complimenti!
Ognuno ci vede qualcosa di diverso in una poesia: io ci ho visto questo...
Complimenti!
Francesco Patecci 20/04/2013 - 18:08
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