UN VECCHIO CASOLARE
Muri logori, sgretolati e stanchi,
Feriti dal tempo, bruciati dal sole, offesi dalla pioggia,
Lacrime amare sono i pezzi di muro lasciati cadere
dalle pareti e dai vecchi cornicioni.
Logori ricurvi e contorti non nascondono più il loro dolore.
Le imposte, ormai, sono un inutile ornamento.
Nessuno percorre più le scale.
La loggia non ospita più i panni ad asciugare.
La mensa è vuota. Non tornano più i contadini stanchi dal lavoro.
Nessuno fa più il segno della croce,
muto ma simbolico rito che invitava
a consumare la calda minestra.
Gesto d’amore della madre che o ciascuno la versava.
Si mescolavano i profumi di un piatto caldo,
del pane appena fatto, dei fiori nel prato.
Erano il garrire delle rondini appostate nei nidi,
Il cinguettare degli uccelli, la musica che vi accompagnava nella sera,
trasportata dal vento, magico direttore d’orchestra improvvisato.
Il silenzio ha invaso le stanze, le pareti, conquistato ogni pertugio.
Solo voi vecchi e solitari muri, nel silenzio sapete ancora raccontare
una storia che non è finita. La storia d’un piccolo regno,
custode d’una famiglia che non c’è più,
ma di un amore ormai eterno ed infinito.
Feriti dal tempo, bruciati dal sole, offesi dalla pioggia,
Lacrime amare sono i pezzi di muro lasciati cadere
dalle pareti e dai vecchi cornicioni.
Logori ricurvi e contorti non nascondono più il loro dolore.
Le imposte, ormai, sono un inutile ornamento.
Nessuno percorre più le scale.
La loggia non ospita più i panni ad asciugare.
La mensa è vuota. Non tornano più i contadini stanchi dal lavoro.
Nessuno fa più il segno della croce,
muto ma simbolico rito che invitava
a consumare la calda minestra.
Gesto d’amore della madre che o ciascuno la versava.
Si mescolavano i profumi di un piatto caldo,
del pane appena fatto, dei fiori nel prato.
Erano il garrire delle rondini appostate nei nidi,
Il cinguettare degli uccelli, la musica che vi accompagnava nella sera,
trasportata dal vento, magico direttore d’orchestra improvvisato.
Il silenzio ha invaso le stanze, le pareti, conquistato ogni pertugio.
Solo voi vecchi e solitari muri, nel silenzio sapete ancora raccontare
una storia che non è finita. La storia d’un piccolo regno,
custode d’una famiglia che non c’è più,
ma di un amore ormai eterno ed infinito.
Opera scritta il 21/07/2017 - 15:15
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Voto: | su 9 votanti |
Commenti
ogni tanto mi fermo ad osservare il vecchio casolare dei miei nonni,ormai è completamente in rovina, ma quando lo guardo sembra volermi raccontare...,bella !
andrea sergi 22/07/2017 - 11:18
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Sublime rievocazioni, ricordi che scorrono..Molto bravo Alfonso.
antonio girardi 21/07/2017 - 22:46
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Nostalgici sapori e silenziosi affetti scolpiti nelle mura e molto più profondamente nel cuore. Molto bella
margherita pisano 21/07/2017 - 22:23
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sono nata in città e nn ho ricordi campestri se nn quelli di un piccolo paese marchigiano
ma dopo la morte di mia madre, sono andata per la prima volta a vedere la casa in cui era nata...era diroccata...ho raccolto i fiori nati spontaneamente e li ho portati a casa...
nn avrò toccato la stessa terra che lei a piedi nudi a calpestato
ma la vita continua anche in un fiore...
nato per lei
dolce sentire nel cuore, Alfonso
ma dopo la morte di mia madre, sono andata per la prima volta a vedere la casa in cui era nata...era diroccata...ho raccolto i fiori nati spontaneamente e li ho portati a casa...
nn avrò toccato la stessa terra che lei a piedi nudi a calpestato
ma la vita continua anche in un fiore...
nato per lei
dolce sentire nel cuore, Alfonso
laisa azzurra 21/07/2017 - 22:20
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Altri tempi, altre storie, le nostre storie.. e le nostre radici. Molto molto bella, piaciuta, molto apprezzata
Francesco Gentile 21/07/2017 - 20:30
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C'è una tangibile tristezza in questi tuoi versi che riportano il vuoto lasciato dal tempo entro spazi un tempo carichi di vita....
E' come vedere realmente queste mura usurate e abbandonate dal tempo che le segna e le divora....Ma si percepisce tutto un mondo sentimenti rimasti chiusi entro questi confini!
Nella sua enorme malinconia tanta vibrante suggestione!
E' come vedere realmente queste mura usurate e abbandonate dal tempo che le segna e le divora....Ma si percepisce tutto un mondo sentimenti rimasti chiusi entro questi confini!
Nella sua enorme malinconia tanta vibrante suggestione!
Alessia Torres 21/07/2017 - 19:55
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Alfonso, quanti ricordi mi evoca questa tua poesia: il mio vecchio casolare in cui sono cresciuta, e ora mi piange il cuore a vederlo abbandonato senza vita e che inizia a crollare giù
Ogni volta penso alla vita che scorre irrimediabilmente e scivola via per sempre.
Ne approfitto per ringraziarti del tuo bellissimo commento alla mia poesia
Ogni volta penso alla vita che scorre irrimediabilmente e scivola via per sempre.
Ne approfitto per ringraziarti del tuo bellissimo commento alla mia poesia
Giulia Bellucci 21/07/2017 - 19:18
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Stupenda opera piena di ricordi.
Salvatore Rastelli 21/07/2017 - 18:30
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Una poesia che è un ricordare sapori e vita lontani nel tempo. I ruderi parlano di un passato che non c'è più ma di cui si sente la nostalgia. Bella poesia. Giulio Soro
Giulio Soro 21/07/2017 - 18:27
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Bellissima, nostalgica, vera. Ognuno di noi ha delle storie da raccontare. Quando si stava peggio, esistevano svariati. Casolari sparsi per le campagne, che in tempo erano stati i rifugi di intere famiglie, che vivevano in allegria. Adesso solo muri diroccati, usci violati, erbacce e rifugi per animali selvatici. Eppure un tempo c'erano suoni e balli fatti alla sera, quando ci si riuniva e ci si divertiva ingenuamente, prima di andare a letto. Il consumismo ha fatto abbandonare le campagne e di quei tempi restano a testimonianza, solo dei ruderi....ma nel cuore esiste ancora l'amore.
Teresa Peluso 21/07/2017 - 17:16
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La sua storia che muore in una nostalgica e malinconica decantazione.
Lieto meriggio
*****
Lieto meriggio
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Rocco Michele LETTINI 21/07/2017 - 16:29
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ALFONSO...Molto bella anche i muri parlano, raccontano le loro antiche memorie ormai sepolte dal tempo e dalle assenze delle persone che vi avevano vissuto. Ora è solo spazio per erbe selvatiche e rifugio per nidi di uccellini..Chissà se da quelle rovine un giorno tornerà a fiorire la vita...lo spero perche le case abbandonate mi fanno molta tristezza. Ciao una bellissima opera
mirella narducci 21/07/2017 - 15:35
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STUPENDA CARO AMICO NOI ANZIANI VIVIAMO SOLO DI QUESTO DI RICORDI CERCHIAMO DI RIMANERE A QUESTI TEMPI MODERNI MA NON SIA FATTI PER QUESTI TEMPI LA NOSTRA PAROLA ERA UN CONTRATTO, OGGI NEPPURE CON IL CONTRATTO SEI SICURO, STUPENDA RIEVOCAZIONE
GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 21/07/2017 - 15:29
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