L estate del Bofonchio
“ E così Annalisa mi ha salvato la vita, in tutti i sensi ...“.
Scritte in rosso le ultime parole sul diario hanno un tono solenne, imperioso.
Rilette ad alta voce sanciscono una fine... anche la loro; un attimo di esitazione e finiscono strappate, imperfetti coriandoli, bruciati nel vecchio secchio di rame sulla veranda.
1 giorno prima.
Le pietre roventi e sconnesse non impedivano alle forti e attraenti gambe di Annalisa di correre verso il suo appartamento al piano terra della villetta del Dott. Carlini, medico in pensione e suo padrone di casa, a luglio la cittadina di Orbetello aveva temperature elevate e l'umidità bagnava la corta maglietta di Annalisa all'altezza del seno vistoso e femminile, marcando la sua figura che, per bellezza ed eleganza, si faceva notare in quella piccola realtà. Studentessa laureanda in Scienza della Natura, era una inconsapevole esca, ballonzolante in un lago di pesca sportiva, stracolmo di trote,gli uomini abboccavano all'amo della sua fresca bellezza ventenne ma lei passava tra uno e l'altro senza lasciarsi mangiare.
Correva sulla salita breve ma faticosa ultimo tratto per arrivare a casa, da basso aveva visto il Doctor, così lo chiamava facendolo innervosire, barcollare e forse cadere, era sparito dalla sua vista.
Trafelata saltava con un unico gesto delle gambe il muretto della veranda, il Doctor era abbandonato sulla poltrona, il bianco della camicia si sommava a quello del suo viso sudato, una busta azzurra strappata malamente spiccava tra le sue mani. Annalisa raccoglie il foglio a terra prima che lui potesse dire o fare, era una vecchia ricetta medica sul fronte il nome di un medicinale mal leggibile accanto “unità e un numero forse “, sul retro a caratteri stampatello “ ORA SO CHE DEVI MORIRE...BUON COMPLEANNO DOTTOR CARLINI “.
“O che vuol dire Doctor, si sente male? Devo chiamare il 118? Ma che si fanno così gli auguri? O chi sarà questo matto? “
Carlini con un filo di voce “ Calmati Annalisa non fare domande, è uno stupido scherzo, vai pure a studiare, sto molto meglio, troppa afa oggi, tutto qui” “ Dobbiamo avvertire qualcuno, non si scherza su queste cose “ ribatteva puntigliosa Annalisa mentre lasciava la piccola veranda.
Il sudore continuava a scivolare sul corpo di Carlini togliendo energia ai suoi muscoli, la mente come ubriaca fluttuava... la tenda di mussola bianca si muoveva al ritmo di un vento leggero, sfuocava le due figure che il Dottore osservava dall'esterno della finestra della camera matrimoniale; dallo studio medico gremito di pazienti, aveva notato alla palma nell'angolo del giardino, un movimento diverso si era precipitato osservando un nido di bofonchi ben strutturato alla base dell'albero, avrebbe chiesto a sua moglie di chiamare i vigili del fuoco, temeva quelle bestiacce per sé e i suoi pazienti. Alle tre del pomeriggio Fabia, sua moglie, si riposava, ma sul letto erano due le figure che si muovevano, una danza lenta li univa e allontanava, si era fermato ad osservare, a carpire i suoni strascicati che dalla tenda filtravano senza rispetto, era quasi affascinato dal ritmo suadente fino a quando la mente si era ribellata … Fabia e lui, uno dei suoi studenti, che squallore la professoressa e lo studente... sembrava un film. Era rientrato allo studio e nessuno aveva telefonato per i bofonchi.
Fabia nei mesi successivi si era ammalata di depressione, a settembre non aveva ripreso l'insegnamento,lavoro passione amore intreccio pericoloso per lei ultimamente,
passava i giorni a letto con gli occhi verso la finestra, con lo sguardo che si fermava alla tenda, bianca testimone della sua felicità. Dopo tre mesi era morta, dimagrita, emaciata, uccisa dalla assenza di vita dentro. I suoi studenti andavano allo studio a chiedere notizie, uno in particolare ogni giorno lo faceva, ogni giorno bussava con un delicato tocco alla finestra.
“Doctor! “ Annalisa entrava a gamba tesa nei suoi ricordi, anzi non era così sicuro il Carlini che fossero davvero suoi, ricordi e basta. “ Dobbiamo cercare tra i suoi pazienti di 15 anni fa perchè quel modulo di prescrizione non esiste più da allora... qualcuno che ce l'aveva con lei e che ha covato odio fino ad ora “. “ Tu non farai niente che io non decida, è solo un mitomane! “ribattè deciso.
Annalisa Annalisa, potente lo slancio dei suoi ventanni, abbandonata dal babbo dopo pochi mesi dalla nascita, schiva gli uomini con destrezza, passa tra le gocce di acqua senza farsi bagnare dalla pioggia, solo il Doctor, riservato, diffidente ma costante nella sua presenza sulla veranda accanto alla sua, burbero e infastidito dalla sua esuberanza, aveva inumidito la terra arida del suo bel cuore, lui c'era : seduto fuori, con il suono della tv accesa, con la luce nella cucina quando lei rientrava dalla discoteca, quando le curava la tonsillite... Doctor era lì. Non poteva sottovalutare quel pericolo, non sa dormire la notte seguente, dalla veranda osserva la palma, si chiede perchè non si possa far niente per quel nido di bofonchi che da anni era rimasto vuoto, le aveva raccontato Doctor, e questa estate si era ripopolato, la sera non si poteva accendere la luce in veranda perchè li attirava,
il campanile suona le due di quella notte calda, la luna è buia. Che notte stupenda... un fascio di luce illumina la palma, è basso, un bambino, una persona accucciata? Annalisa a piedi nudi, scivola dietro il muretto, i suoi capelli castani raccolti nella coda morbida fanno attrito sulle pietre ruvide che trattengono ancora il calore del giorno, la luce aumenta, Annalisa con un salto emerge, mentre un ronzio unico e forte si alza dalla palma, due forse tre bofonchi, le sentinelle attaccano la luce e chi la tiene tra le mani... le mani ora libere forse scacciano le bestiacce... non si vede niente, una tosse convulsa, un tonfo...pochi minuti e un lampeggiante in basso prima dello stradello a pietre soccorre inutilmente un ladro entrato nel giardino del Dott. Carlini. Strano forse non era un ladro o forse si, professore precario al liceo, amato dai suoi studenti, allergico alla puntura di vespe e simili.
Annalisa è sicura, voleva uccidere il Doctor, in tasca lei gli aveva sottratto un coltello da cucina, incartato in un foglio di giornale, lo aveva consegnato a Carlini che l'aveva pregata di tacere, a che cosa serviva gettare fango su un cadavere? L'amante di Fabia sua moglie, aveva capito da tempo: Fabia era diabetica, portava l'insulina a casa di lui quando si incontravano, lasciava le fiale in frigo, lui l'amava, la guardava iniettarsi alcune unità di insulina dopo aver misurato la glicemia, la passione alterava il tasso di zucchero, lui aveva cura del suo sangue, della sua anima.
Carlini preferiva piangerla morta che lontana da lui, facile sostituire acqua con insulina ed il coma diabetico nel quale Fabia scivolava senza insulina l'aveva portata silenziosamente alla morte, come una profonda depressione. Lo studente aveva sospettavo, fatto analizzare il contenuto delle fiale lasciate nel suo frigo...gli anni lo avevano piegato sempre più sotto la gravità del dolore, non aveva ancora quarantanni mentre Fabia ne avrebbe avuti 60, quel giorno, nata il 23 luglio come suo marito il dottor Carlini, nessuno avrebbe mai saputo come sarebbe stata a quell'età, il suo assassino al contrario compiva gli anni ed aveva ancora negli occhi una goccia di sangue dell'odio filtrato dalla leggera tenda...
Il dottor Gabriele Carlini confessa la verità alla pagina del suo diario, Annalisa giovane ficcanaso gli aveva salvato la vita, in più modi, poi strappa la pagina, l'ennesima, altri sono i fogli mancanti al suo diario, coriandoli che bruciano, sulla veranda in una serata caldissima vicino alla laguna, dove acqua dolce e salata si uniscono, Annalisa lo osserva, vorrebbe chiedergli che cosa stia bruciando, non lo vuole innervosire, sarà la lettera di minaccia ad ardere nel secchio di rame, si sente serena, il dottore è un uomo rassicurante, un porto sicuro, sfortunata la povera moglie che ammalatasi aveva dovuto lasciarlo così presto.
Scritte in rosso le ultime parole sul diario hanno un tono solenne, imperioso.
Rilette ad alta voce sanciscono una fine... anche la loro; un attimo di esitazione e finiscono strappate, imperfetti coriandoli, bruciati nel vecchio secchio di rame sulla veranda.
1 giorno prima.
Le pietre roventi e sconnesse non impedivano alle forti e attraenti gambe di Annalisa di correre verso il suo appartamento al piano terra della villetta del Dott. Carlini, medico in pensione e suo padrone di casa, a luglio la cittadina di Orbetello aveva temperature elevate e l'umidità bagnava la corta maglietta di Annalisa all'altezza del seno vistoso e femminile, marcando la sua figura che, per bellezza ed eleganza, si faceva notare in quella piccola realtà. Studentessa laureanda in Scienza della Natura, era una inconsapevole esca, ballonzolante in un lago di pesca sportiva, stracolmo di trote,gli uomini abboccavano all'amo della sua fresca bellezza ventenne ma lei passava tra uno e l'altro senza lasciarsi mangiare.
Correva sulla salita breve ma faticosa ultimo tratto per arrivare a casa, da basso aveva visto il Doctor, così lo chiamava facendolo innervosire, barcollare e forse cadere, era sparito dalla sua vista.
Trafelata saltava con un unico gesto delle gambe il muretto della veranda, il Doctor era abbandonato sulla poltrona, il bianco della camicia si sommava a quello del suo viso sudato, una busta azzurra strappata malamente spiccava tra le sue mani. Annalisa raccoglie il foglio a terra prima che lui potesse dire o fare, era una vecchia ricetta medica sul fronte il nome di un medicinale mal leggibile accanto “unità e un numero forse “, sul retro a caratteri stampatello “ ORA SO CHE DEVI MORIRE...BUON COMPLEANNO DOTTOR CARLINI “.
“O che vuol dire Doctor, si sente male? Devo chiamare il 118? Ma che si fanno così gli auguri? O chi sarà questo matto? “
Carlini con un filo di voce “ Calmati Annalisa non fare domande, è uno stupido scherzo, vai pure a studiare, sto molto meglio, troppa afa oggi, tutto qui” “ Dobbiamo avvertire qualcuno, non si scherza su queste cose “ ribatteva puntigliosa Annalisa mentre lasciava la piccola veranda.
Il sudore continuava a scivolare sul corpo di Carlini togliendo energia ai suoi muscoli, la mente come ubriaca fluttuava... la tenda di mussola bianca si muoveva al ritmo di un vento leggero, sfuocava le due figure che il Dottore osservava dall'esterno della finestra della camera matrimoniale; dallo studio medico gremito di pazienti, aveva notato alla palma nell'angolo del giardino, un movimento diverso si era precipitato osservando un nido di bofonchi ben strutturato alla base dell'albero, avrebbe chiesto a sua moglie di chiamare i vigili del fuoco, temeva quelle bestiacce per sé e i suoi pazienti. Alle tre del pomeriggio Fabia, sua moglie, si riposava, ma sul letto erano due le figure che si muovevano, una danza lenta li univa e allontanava, si era fermato ad osservare, a carpire i suoni strascicati che dalla tenda filtravano senza rispetto, era quasi affascinato dal ritmo suadente fino a quando la mente si era ribellata … Fabia e lui, uno dei suoi studenti, che squallore la professoressa e lo studente... sembrava un film. Era rientrato allo studio e nessuno aveva telefonato per i bofonchi.
Fabia nei mesi successivi si era ammalata di depressione, a settembre non aveva ripreso l'insegnamento,lavoro passione amore intreccio pericoloso per lei ultimamente,
passava i giorni a letto con gli occhi verso la finestra, con lo sguardo che si fermava alla tenda, bianca testimone della sua felicità. Dopo tre mesi era morta, dimagrita, emaciata, uccisa dalla assenza di vita dentro. I suoi studenti andavano allo studio a chiedere notizie, uno in particolare ogni giorno lo faceva, ogni giorno bussava con un delicato tocco alla finestra.
“Doctor! “ Annalisa entrava a gamba tesa nei suoi ricordi, anzi non era così sicuro il Carlini che fossero davvero suoi, ricordi e basta. “ Dobbiamo cercare tra i suoi pazienti di 15 anni fa perchè quel modulo di prescrizione non esiste più da allora... qualcuno che ce l'aveva con lei e che ha covato odio fino ad ora “. “ Tu non farai niente che io non decida, è solo un mitomane! “ribattè deciso.
Annalisa Annalisa, potente lo slancio dei suoi ventanni, abbandonata dal babbo dopo pochi mesi dalla nascita, schiva gli uomini con destrezza, passa tra le gocce di acqua senza farsi bagnare dalla pioggia, solo il Doctor, riservato, diffidente ma costante nella sua presenza sulla veranda accanto alla sua, burbero e infastidito dalla sua esuberanza, aveva inumidito la terra arida del suo bel cuore, lui c'era : seduto fuori, con il suono della tv accesa, con la luce nella cucina quando lei rientrava dalla discoteca, quando le curava la tonsillite... Doctor era lì. Non poteva sottovalutare quel pericolo, non sa dormire la notte seguente, dalla veranda osserva la palma, si chiede perchè non si possa far niente per quel nido di bofonchi che da anni era rimasto vuoto, le aveva raccontato Doctor, e questa estate si era ripopolato, la sera non si poteva accendere la luce in veranda perchè li attirava,
il campanile suona le due di quella notte calda, la luna è buia. Che notte stupenda... un fascio di luce illumina la palma, è basso, un bambino, una persona accucciata? Annalisa a piedi nudi, scivola dietro il muretto, i suoi capelli castani raccolti nella coda morbida fanno attrito sulle pietre ruvide che trattengono ancora il calore del giorno, la luce aumenta, Annalisa con un salto emerge, mentre un ronzio unico e forte si alza dalla palma, due forse tre bofonchi, le sentinelle attaccano la luce e chi la tiene tra le mani... le mani ora libere forse scacciano le bestiacce... non si vede niente, una tosse convulsa, un tonfo...pochi minuti e un lampeggiante in basso prima dello stradello a pietre soccorre inutilmente un ladro entrato nel giardino del Dott. Carlini. Strano forse non era un ladro o forse si, professore precario al liceo, amato dai suoi studenti, allergico alla puntura di vespe e simili.
Annalisa è sicura, voleva uccidere il Doctor, in tasca lei gli aveva sottratto un coltello da cucina, incartato in un foglio di giornale, lo aveva consegnato a Carlini che l'aveva pregata di tacere, a che cosa serviva gettare fango su un cadavere? L'amante di Fabia sua moglie, aveva capito da tempo: Fabia era diabetica, portava l'insulina a casa di lui quando si incontravano, lasciava le fiale in frigo, lui l'amava, la guardava iniettarsi alcune unità di insulina dopo aver misurato la glicemia, la passione alterava il tasso di zucchero, lui aveva cura del suo sangue, della sua anima.
Carlini preferiva piangerla morta che lontana da lui, facile sostituire acqua con insulina ed il coma diabetico nel quale Fabia scivolava senza insulina l'aveva portata silenziosamente alla morte, come una profonda depressione. Lo studente aveva sospettavo, fatto analizzare il contenuto delle fiale lasciate nel suo frigo...gli anni lo avevano piegato sempre più sotto la gravità del dolore, non aveva ancora quarantanni mentre Fabia ne avrebbe avuti 60, quel giorno, nata il 23 luglio come suo marito il dottor Carlini, nessuno avrebbe mai saputo come sarebbe stata a quell'età, il suo assassino al contrario compiva gli anni ed aveva ancora negli occhi una goccia di sangue dell'odio filtrato dalla leggera tenda...
Il dottor Gabriele Carlini confessa la verità alla pagina del suo diario, Annalisa giovane ficcanaso gli aveva salvato la vita, in più modi, poi strappa la pagina, l'ennesima, altri sono i fogli mancanti al suo diario, coriandoli che bruciano, sulla veranda in una serata caldissima vicino alla laguna, dove acqua dolce e salata si uniscono, Annalisa lo osserva, vorrebbe chiedergli che cosa stia bruciando, non lo vuole innervosire, sarà la lettera di minaccia ad ardere nel secchio di rame, si sente serena, il dottore è un uomo rassicurante, un porto sicuro, sfortunata la povera moglie che ammalatasi aveva dovuto lasciarlo così presto.
Opera scritta il 28/07/2017 - 00:42
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Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Vi ringrazio di cuore perchè avere apprezzamenti dagli autori di questo sito, così di talento, mi riempie di gioia.
Grazie a tutti...
Aurelia ti abbraccio, virtualmente ma con sincerità e affetto.
Grazie a tutti...
Aurelia ti abbraccio, virtualmente ma con sincerità e affetto.
Grazia Giuliani 29/07/2017 - 16:48
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Complimentissimi per il tuo bel racconto. Mi è piaciuto molto ma in genere è così per tutto quello che scrivi e che io riesco a leggere. Con affetto Aurelia
Aurelia Strada 29/07/2017 - 15:54
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Complimentissimi per il tuo bel racconto. Mi è piaciuto molto ma in genere è così per tutto quello che scrivi e che io riesco a leggere. Con affetto Aurelia
Aurelia Strada 29/07/2017 - 15:54
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Bel racconto brava 5*
Marirosa Tomaselli 29/07/2017 - 13:25
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Bel racconto, ritmato, si legge che è un piacere. Giulio Soro
Giulio Soro 28/07/2017 - 20:22
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Bellissimo racconto scritto in modo scorrevole
Complimenti
Nicol
5 stelle
Complimenti
Nicol
5 stelle
Nicol Marcier 28/07/2017 - 16:43
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pregevole scrittura in scorrevoli versi 5*
GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 28/07/2017 - 14:41
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Bellissimo e scorrevole racconto.
antonio girardi 28/07/2017 - 10:27
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