barba incolta vestito di stracci
tra le mani una bottiglia e un bastone
scarpe lercie ch’eran orbe deii lacci
mi guardò come mi conoscesse
gli occhi spenti come spento il suo viso
buttò giù due o tre colpi di tosse
alzò gli occhi mi fece un sorriso
mi arrestai cercai dentro al vestito
mi fermò con un cenno di mano
dalla bocca come un suono impastato
frasi strane pronunciate piano
alzò un poco il suo tono di voce
disse: sai non da sempre è così
è il combatter per trovar la pace
non ti pare? Suvvia dimmi si
vedi anch’io sono stato un signore
tante donne amici ricchezza
ma sai un sogno ha contate le ore
via i denari scompare l’ebbrezza
ho bussato sai a porte e portoni
ma gli amici scomparsi d’incanto
chiuse porte ormai spenti i lampioni
e confonde nel ridere il pianto
dei miei figli non so ormai più niente
non li cerco non mi hanno cercato
il futuro non è più importante
è un altro giorno come quello passato
mi guardò e una lacrima piano
nei suoi occhi ma era pure nei miei
poi sorrise mi tese la mano
non sbagliare non farlo se puoi.

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Nicol





