Le parole… sembra non abbiano più valore e dimensione.
Acquistano sempre più la consistenza delle bolle di sapone.
Parli… parli, ti agiti e t’accanisci… sempre più e all’infinito.
Il risultato è che il tuo interlocutore non ti ha neanche sentito.
La vera pena è dovere costatare
che sono proprio i tuoi cari a non volerti neanche più ascoltare.
Si finisce col perdere di vista la vera sostanza delle cose,
il nocciolo della comunicazione.
E alla fine, come prima, o peggio, resta intatta, di ciascuno,
la dannata posizione.
A che servono le parole non lo so proprio… veramente!
Me lo chiedo sempre e mi assale il desiderio di liberare,
di loro, la mia mente.
Vorrei togliere sostanza, concludenza
e significato al suono delle espressioni.
Non c’è spesso verso d’arrivare a una possibile comune definizione.
Anche queste parole che ho scritto non hanno davvero il benché minimo significato.
Entrano ed escono liberamente dal buco di un semplice soldo bucato.
È questa oggi che appare come verità.
Parlare è diventata una semplice banalità.
Tutti fiatano ma nessuno più ascolta,
perché anche le parole d’oggi non hanno la serietà di una volta.
Si giura, si promette e si spergiura continuamente pure con la persona cara.
La verità è che ogni parola che esce dalla bocca,
ha acquisito una saporosità davvero amara.
Perciò non vale più la pena usare le parole.
Conservale per parlare solamente quando è veramente il cuore che lo vuole.
Tutto il resto occorre buttarlo via
È l’unica vera soluzione che in questa vita, per davvero, ci sia.
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