L'UOMO CHE RINASCE OGNI GIORNO
Dopo l’intensa ambiguità della notte, finalmente arriva il mattino. Eppure la notte può essere motivo di piacere, se la si vive guardando le stelle, lasciandosi incantare dalla luna, oppure in quei dormiveglia dove la realtà riesce a baciare il sogno.
La notte, a volte, può essere motivo di tormento, di angoscia, reminiscenza, a tratti, di paure ancestrali che vivono nell’animo in modo così forte e a volte violento, tanto da essere motivo di incubi da cui si vorrebbe fuggire.
Allora il mattino solleva “languido il velo della notte” quasi a rappresentare con dolcezza la mano che lentamente apre un’imposta o solleva pian piano una tapparella, quasi da sembrare un dolce sbadiglio del giorno.
Visione romantica che si apre all’osservatore, che rimane affascinato per le stupende tonalità d’azzurro, coperto a tratti da candide nuvole e intimidito per la loro immensità.
La brezza del mattino offre un altro spettacolo: le nuvole corrono e lungo il percorso cambiano forma e dimensione tanto da ispirare a chi guarda, infinite raffigurazioni che sono frutto della fantasia, ma che lasciano lo spirito interdetto alla continua ricerca di una reale interpretazione.
La magia dell’alba si compie quando l’attenzione che ha attratto completamente l’osservatore colpito dalla vista, ora riesce a catturare anche gli altri sensi.
Il silenzio emerge e diventa protagonista. Anche l’assoluta mancanza di suoni, ovvero il “non-essere” della natura, diventa improvvisamente percettibile, quasi a divenire qualcosa che esiste, che c’è, pur essendo negazione di qualcos’altro.
Poche cose alimentano questo scenario: il mattino, le nuvole e il silenzio. Eppure tutto ciò induce ad un’altra riflessione.
Ovvero, la pochezza di fronte all’immenso, le mani nude che rappresentano il profondo squilibrio, dissonanza ed eterogeneità fra l’uomo e la natura.
Eppure quest’ultima è fondamentalmente buona. Sa nutrire con amore tutti i suoi figli, dona sempre, attraverso le sue inesauribili fonti, sa dissetare il passante assetato di vita, perché è riuscito ancora una volta a prevalere sulla notte, in questa eterna lotta, che lega l’uomo all’esistenza e il giorno e la notte ad un tempo infinito.
La notte, a volte, può essere motivo di tormento, di angoscia, reminiscenza, a tratti, di paure ancestrali che vivono nell’animo in modo così forte e a volte violento, tanto da essere motivo di incubi da cui si vorrebbe fuggire.
Allora il mattino solleva “languido il velo della notte” quasi a rappresentare con dolcezza la mano che lentamente apre un’imposta o solleva pian piano una tapparella, quasi da sembrare un dolce sbadiglio del giorno.
Visione romantica che si apre all’osservatore, che rimane affascinato per le stupende tonalità d’azzurro, coperto a tratti da candide nuvole e intimidito per la loro immensità.
La brezza del mattino offre un altro spettacolo: le nuvole corrono e lungo il percorso cambiano forma e dimensione tanto da ispirare a chi guarda, infinite raffigurazioni che sono frutto della fantasia, ma che lasciano lo spirito interdetto alla continua ricerca di una reale interpretazione.
La magia dell’alba si compie quando l’attenzione che ha attratto completamente l’osservatore colpito dalla vista, ora riesce a catturare anche gli altri sensi.
Il silenzio emerge e diventa protagonista. Anche l’assoluta mancanza di suoni, ovvero il “non-essere” della natura, diventa improvvisamente percettibile, quasi a divenire qualcosa che esiste, che c’è, pur essendo negazione di qualcos’altro.
Poche cose alimentano questo scenario: il mattino, le nuvole e il silenzio. Eppure tutto ciò induce ad un’altra riflessione.
Ovvero, la pochezza di fronte all’immenso, le mani nude che rappresentano il profondo squilibrio, dissonanza ed eterogeneità fra l’uomo e la natura.
Eppure quest’ultima è fondamentalmente buona. Sa nutrire con amore tutti i suoi figli, dona sempre, attraverso le sue inesauribili fonti, sa dissetare il passante assetato di vita, perché è riuscito ancora una volta a prevalere sulla notte, in questa eterna lotta, che lega l’uomo all’esistenza e il giorno e la notte ad un tempo infinito.
Opera scritta il 19/09/2017 - 14:07
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Commenti
Il silenzio impera nelle due fasi della giornata ( Alba e tramonto).Si rimane comunque estasiati dallo spettacolo della natura e si capisce quanto la vita sia bella, per essere riusciti a superare le tenebre della notte. Lo
Teresa Peluso 20/09/2017 - 15:03
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Racconto molto piaciuto,complimenti Alfonso. 5*
Paolo Perrone 20/09/2017 - 08:53
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Letto con piacere complimenti!!
Angela Randisi 19/09/2017 - 20:38
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Bellissimo racconto letto molto volentieri.
antonio girardi 19/09/2017 - 18:07
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Bel racconto e son d'accordo con te quando dici che la natura è sempre benigna, che conduce l'uomo dall'alba al tramonto. Giulio Soro
Giulio Soro 19/09/2017 - 17:36
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