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Dal silenzio al tajine

Quante cose si possono dire prima di comprendere che non arriveranno mai agli altri nel modo in cui sono state originate? Allora, forse, è meglio tacere. Giocare con gli sguardi o con le metafore.


La stupidità umana non è infinita: finisce nel momento esatto in cui comincia il silenzio...o la metafora.


Oggi gli alberi ondeggiano per il forte vento e mi piace molto vedere il paesaggio con gli alberi ondeggiare, è uno spettacolo sempre diverso: gli alberi non ondeggiano mai alla stessa maniera.


La serenità non esiste. C'è sempre qualcosa che si agita nell'universo, il cuore che batte è la vita che si agita per se stessa, il cielo azzurro e sereno nasconde l'agitazione della tempesta.


L'altro ieri qualcuno mi ha fatto conoscere il tajine, una pietanza che non conoscevo: imparare a cucinare il tajine è anche un modo per esorcizzare il nulla.


Cos'è il cibo? Un dolce ricordo, l'essenza più profonda della convivialità, un canguro che salta da una cucina all'altra. Il cibo insegna quando è l'ora di tacere.




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Opera scritta il 25/09/2017 - 11:39
Da Vincent Corbo
Letta n.959 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Filosofiche osservazioni sull'essere, l'osservare, il vivere, il pensare.
Tutti ragionamenti molto convincenti.

ALFONSO BORDONARO 25/09/2017 - 21:47

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Colgo un talento fuori dal comune in questo scritto. Mi piace l'argomentazione raffinata, molto efficace.. Complimenti

Francesco Gentile 25/09/2017 - 18:21

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Pregevole questo breve racconto, ricco di immagini e di riflessioni, tutte condivisibili. Giulio Soro

Giulio Soro 25/09/2017 - 18:14

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