Prima del giro del mondo del sole.
Ancor prima del rumoreggiare
del fulmine che lascia traccia
nel tessuto della notte,
per le vie,
per le linee,
lungo le siepi,
affinché la mia casa sia piena
e possa assaggiare il mio cibo,
io voglio gridarlo
che t’amo.
E voglio gridarlo
sgambettando in avanti.
agitando le gambe,
stando sdraiato,
seduto, appeso ai fiori…
come se fossi matto o un folle
che crede d’aver colorato il cielo.
E voglio gridarlo buttando fuori tutto il fiato
nel correre con il vento
a chi arriva primo a strappare
il profumo dal tuo petto.
E voglio gridarlo cadendo più giù
della pioggia sui tuoi capelli,
lungo il tuo viso scendendo
sul tuo seno…voglio gridarlo
fino nei fondali e agli abissi
e gridarlo a coralli
e stelle marine
e gridare che oltre
il cielo di sale del mare,
oltre, vi sono altre stelle
che s’infiammano
a cui gridare che t’amo.
E voglio gridarlo che t’amo
alle superficie sbilenche,
alle pareti scolorite,
alle strade fuori squadra,
ai percorsi inclinati,
ai passaggi,
ai varchi pendenti,
io chiedo di valicare
per poterlo gridarlo che t’amo.
Perché voglio gridarlo che t’amo
alle finestre allargate ove filtra il sole;
alle porte spalancate della luna
ai muri non più muri del cielo
ai ponti allungati oltre il margine…
ciò che separa il mio petto dalla tua anima
io chiedo di passare
d’attraversare
per poter
un giorno ancora
e un altro ancora
gridarlo anche a Dio
che t’amo dolce amore mio.
Ancor prima del rumoreggiare
del fulmine che lascia traccia
nel tessuto della notte,
per le vie,
per le linee,
lungo le siepi,
affinché la mia casa sia piena
e possa assaggiare il mio cibo,
io voglio gridarlo
che t’amo.
E voglio gridarlo
sgambettando in avanti.
agitando le gambe,
stando sdraiato,
seduto, appeso ai fiori…
come se fossi matto o un folle
che crede d’aver colorato il cielo.
E voglio gridarlo buttando fuori tutto il fiato
nel correre con il vento
a chi arriva primo a strappare
il profumo dal tuo petto.
E voglio gridarlo cadendo più giù
della pioggia sui tuoi capelli,
lungo il tuo viso scendendo
sul tuo seno…voglio gridarlo
fino nei fondali e agli abissi
e gridarlo a coralli
e stelle marine
e gridare che oltre
il cielo di sale del mare,
oltre, vi sono altre stelle
che s’infiammano
a cui gridare che t’amo.
E voglio gridarlo che t’amo
alle superficie sbilenche,
alle pareti scolorite,
alle strade fuori squadra,
ai percorsi inclinati,
ai passaggi,
ai varchi pendenti,
io chiedo di valicare
per poterlo gridarlo che t’amo.
Perché voglio gridarlo che t’amo
alle finestre allargate ove filtra il sole;
alle porte spalancate della luna
ai muri non più muri del cielo
ai ponti allungati oltre il margine…
ciò che separa il mio petto dalla tua anima
io chiedo di passare
d’attraversare
per poter
un giorno ancora
e un altro ancora
gridarlo anche a Dio
che t’amo dolce amore mio.

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Commenti
Un grido d'amore, una pennellata di versi che scorgano come un fiume... dal cuore!
Molto bella.

Molto bella.





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