Per quarant’anni mi fosti compagna
stilando di mia gioia e di mia lagna,
e se anche ti cedetti a mano amica
ho nostalgia di te, mia penna antica.
stilando di mia gioia e di mia lagna,
e se anche ti cedetti a mano amica
ho nostalgia di te, mia penna antica.
Vorrei poterti avere ancora meco
e scrutare il pennin con occhio bieco
come quando idee non stipava mente
e si addormiva teco, finalmente.
Ora ti guida mente assai più dotta,
con mano delicata e molto adatta;
di tanto sono pago, non scontento,
ma la mancanza tua sempre più sento.
Io questa notte ti ho rivisto in sogno;
eri turbata pur stando in quel regno
dove d’illustri penne ne son tante,
ma manca lì, però, lo spasimante.
Sapendo che pure tu sei angosciata
or la mia triste alma è alquanto quietata,
ma la man destra, sai, non trova pace
che mente è volta a te penna verace.
Opera scritta il 29/12/2017 - 21:02
Da nello maruca
Letta n.1069 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Molto bella complimenti. 5*
donato mineccia 30/12/2017 - 16:43
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Bello questo rimembrare...piaciuta
Auguri!!!
Auguri!!!
Eugenia Toschi 30/12/2017 - 13:37
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L'uso della penna è ormai poco diffuso, si preferisce il computer ma questa poesia ha un non so che di nostalgico e evocativo, che la rende molto bella. Buon anno da Giulio.
Giulio Soro 30/12/2017 - 12:36
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ora si scrive con la tastiera senza sporcarsi le mani di inchiostro anche se la tastiera è poco poetica. bella poesia 5* Nello buon anno
enio2 orsuni 30/12/2017 - 11:11
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