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La camera d'albergo

Sono arrivato a Trento dopo pranzo.
Domani devo partecipare allo scritto di un concorso.
Ho studiato tanto per questa occasione e ci tengo a fare bene.
Lo scorso anno ho partecipato ad un concorso analogo a Siena, un disastro, un vero disastro.
Bocciato senza tanti complimenti.
Arrivo verso le 14, cerco subito un luogo dove mangiare.
Il mio albergo è in una via del centro, non è lontanissimo dalla stazione dei treni.
Mi avvio, verso l'albergo, a piedi con il mio zainetto.
Ho portato poche cose, devo stare qui solo una notte, non ho bisogno di tanto.
Arrivo; l'albergo è stato ristrutturato da poco ma, leggevo in internet, è nato da un vecchio edifico del seicento.
Lascio i miei documenti alla reception.
Stanza 237, la stanza è piccola ma confortevole.
Mi riposo un po', guardo la tv poi mi lavo i denti ed esco.
Passo il resto del pomeriggio girando per il centro.
Vedo il castello del Buonconsiglio, il duomo e altri monumenti.
Verso le otto di sera torno in albergo.
Inizia a piovere, apro la finestra, la pioggia, bagnando la strada, fa riflettere le luci delle auto e delle scritte luminose.
Penso che dormirò come un ghiro.
Accendo la televisione e tiro fuori un panino e una bottiglietta d'acqua che ho comprato vicino alla stazione.
Improvvisamente, la finestra che avevo chiuso, si apre lentamente.
Ancora con il boccone in bocca, guardo la scena.
Penso a un difetto della finestra.
La richiudo e continuo a mangiare.
Dopo qualche minuto mi sembra percepire la presenza di qualcuno in stanza, mi giro di scatto ma non vedo nessuno.
Mi metto il pigiama, prendo un quaderno, dove ho scritto degli appunti per ripassare, e mi corico.
Dopo qualche minuto la luce si spegne e si riaccende velocemente diverse volte, borbotto una parolaccia e mi pare di sentire una risatina.
La luce si “riprende”, non vedo nessuno.
Lascio il quaderno, domani mi attende il concorso, non sarà un ripasso di poche ore che cambierà il mio risultato.
Cerco di prendere sonno, lascio accesa una luce bassa.
Inizio ad addormentarmi quando nel dormiveglia mi pare di vedere la sagoma di una persona con il saio in piedi davanti a me.
Mi sfrego gli occhi incredulo, quello è sparito.
Nello stesso momento la finestra si apre di botto.
Incomincio ad averne abbastanza.
Mi vesto, prendo la mia roba e mi dirigo verso la reception per cercare di cambiare stanza, facendo presente il problema della finestra.
Mi dicono che le stanze sono tutte occupate, domani c'è una manifestazione sportiva molto sentita.
Il ragazzo della reception mi dice che chiamerà qualcuno per far vedere la finestra, solo che, vista l'ora, non si potrà fare molto, nel caso il guasto fosse di una certa rilevanza.
Gli dico lasciar perdere, cercherò, in qualche modo, di risolvere la questione da solo.
È quasi mezzanotte, non ho voglia di cercare un altro albergo, ritorno nella mia stanza.
Mi cambio nuovamente.
All'improvviso la porta della stanza si apre, mi alzo per richiuderla.
Nel corridoio non c'è nessuno.
Vado a letto.
Riesco a prendere sonno.
Faccio dei sogni tormentati poi sento una sensazione di freddo, sembra che la stanza sia all'aperto.
Apro gli occhi e vedo che la finestra è spalancata, il freddo dell'esterno entra direttamente in stanza.
Non riesco a dormire, accendo la televisione.
Non ho paura, sono, più che altro, seccato dal fatto che domani non avrò la “freschezza” giusta per affrontare lo scritto del concorso.
Dopo un'ora, il sonno sembra riappropriarsi di me.
Ad un certo punto ho la sensazione che qualcuno si stia coricando affianco a me, apro gli occhi di scatto, e, per un attimo, mi pare di vedere un'ombra nel copriletto, accendo tutte le luci ma non c'è nessuno.
Nella stanza ci sono solo io.
Sono stanco, ho dormito male e sono nervoso.
Non credo ai fantasmi, o cose del genere.
Sicuramente, per quello che sta succedendo, ci sono delle spiegazioni che trascendono il paranormale.
La finestra può avere dei difetti che la portano ad aprirsi quando, ad esempio, c'è mal tempo.
La sensazione di presenza può essere dovuta al fatto che ho letto in internet, nella presentazione dell'albergo, le sue varie destinazioni nell'arco del tempo, tra cui struttura per religiosi.
Insomma, stress e difetti strutturali sono le cause di queste manifestazioni.
Passo il resto della notte guardando la televisione.
Ho dormito poco e, quel poco, male.
Le sette, scendo a fare colazione.
Il ragazzo al buffet mi chiede, vedendo la mia faccia stanca, se ho dormito bene.
Visto che al momento sono l'unico cliente a fare colazione, questo ragazzo si ferma e, con un sorrisino, mi dice che solitamente quella stanza viene data solo in alcuni casi in quanto diversi clienti si erano lamentati.
Chiedo al ragazzo di cosa si lamentavano i clienti.
- Un signore, anni fa, mi disse di aver visto un frate nella stanza – mi dice il ragazzo.
- Un frate?
- Siii!
- E tu, ci credi?
- Guarda, se lo senti solo da una persona allora è possibile che la storia...
- Non sia vera.
- Esatto! Tu hai visto qualcosa... non è così?!
- Che ti posso dire? Si è aperta la finestra.
- Solo quello? Occhei... occhei... senti, io non dovrei neanche parlartene, se mi sentono i miei capi mi sbattono fuori a pedate. Due mesi fa, il mio superiore, mi ha trovato a parlare con una coppia di clienti e, casualmente, ha sentito quello che dicevo loro. Mi ha detto che facevo una brutta pubblicità all'albergo. Spaventavo i clienti che, tornati a casa, potevano fare una brutta pubblicità. Gli ho fatto presente che non ero io a spaventare ma quello che accadeva nella stanza... che poi succede anche in altre stanze, ma più raramente.
Continuo la mia colazione, il ragazzo, come vede apparire atri clienti, si allontana.
Arrivo alla sede del concorso, sono stanco per l'aver dormito male ma l'adrenalina e la voglia di farcela è tanta.



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Opera scritta il 08/02/2018 - 21:00
Da Massimiliano Casula
Letta n.822 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Racconto scorrevole e scritto bene. 5*

Marirosa Tomaselli 09/02/2018 - 20:59

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