Nelle inclinazioni della materia verso il basso
nei tumulti sotterranei di un cuore
che non si rassegna
nei languori pomeridiani di un maggio arido
ho rivissuto i pochi momenti passati insieme
istanti che si ribellano
che si rivestono di una luce non loro
più attraenti di quanto dovrebbero essere
di quanto sarebbe a loro concesso.
Ho ricercato i tuoi occhi nella materia di altri
le tue parole ho sezionato come fili sottili
le particelle non si sono ricongiunte
e i gridi ancora vibrano potenti
quei giorni ancora saranno oggi e domani
si ricongiungeranno nella loro danza mefistofelica
per non lasciarmi partire
per non lasciare libera la mia materia peccatrice.
Un giorno confusi saremo all'erba
al cerbiatto che libero vaga nei prati
ai germogli che attendono la primavera
racchiusi nel loro riserbo
allora le mie particelle si confonderanno con le tue
e non potrai più sottrarti al mio abbraccio
non sarai più uno straniero fuggitivo
un sogno mai realizzato
un ricordo che supera in superbia tutto il presente
e annega in futuro.
Quando penso alle ossa, al cuore, al cervello
di quelli che mi circondano
non credo che possano essere i medesimi in te
diversi solo per lievi sfumature
come rende tutto straniante e difficile l'amore
questo sentimento che ci vessa dal mattino alla sera
che ci prosciuga
che non ci lascia pace
per poi sparire d'un tratto
come la foschia in un agosto di città
al suono delle scavatrici
che deboli emettono gli ultimi lamenti
quasi a voler richiamare chi si addormentò davanti al fuoco
e più non si risvegliò.
nei tumulti sotterranei di un cuore
che non si rassegna
nei languori pomeridiani di un maggio arido
ho rivissuto i pochi momenti passati insieme
istanti che si ribellano
che si rivestono di una luce non loro
più attraenti di quanto dovrebbero essere
di quanto sarebbe a loro concesso.
Ho ricercato i tuoi occhi nella materia di altri
le tue parole ho sezionato come fili sottili
le particelle non si sono ricongiunte
e i gridi ancora vibrano potenti
quei giorni ancora saranno oggi e domani
si ricongiungeranno nella loro danza mefistofelica
per non lasciarmi partire
per non lasciare libera la mia materia peccatrice.
Un giorno confusi saremo all'erba
al cerbiatto che libero vaga nei prati
ai germogli che attendono la primavera
racchiusi nel loro riserbo
allora le mie particelle si confonderanno con le tue
e non potrai più sottrarti al mio abbraccio
non sarai più uno straniero fuggitivo
un sogno mai realizzato
un ricordo che supera in superbia tutto il presente
e annega in futuro.
Quando penso alle ossa, al cuore, al cervello
di quelli che mi circondano
non credo che possano essere i medesimi in te
diversi solo per lievi sfumature
come rende tutto straniante e difficile l'amore
questo sentimento che ci vessa dal mattino alla sera
che ci prosciuga
che non ci lascia pace
per poi sparire d'un tratto
come la foschia in un agosto di città
al suono delle scavatrici
che deboli emettono gli ultimi lamenti
quasi a voler richiamare chi si addormentò davanti al fuoco
e più non si risvegliò.
Opera scritta il 26/03/2018 - 01:10
Da greta urti
Letta n.1005 volte.
Voto: | su 0 votanti |
Commenti
Gli accenti me li mette il correttore. Lo odio.. scusa
Roberto L 26/03/2018 - 19:38
--------------------------------------
Oh, forse ora ci riesco. È da stamattina che vorrei commentare questa poesia, è succede ogni volta qualcosa che mi impedisce di farlo. Incredibile descrizione dell'amore. Intensa amara sofferta... Se non si è capito, mi è piaciuta moltissimo
Roberto L 26/03/2018 - 19:14
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.