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Da questa battima

Da questa battima
che muta nell'ora che volve
mare, mio vecchio amico,
oggi ti rimiro: smagliante
e più turchino ti ritrovo
da l'ultimo incontro!
Mi rapisce l'equoreo gioco
dei tuoi marezzi crespati
in questo accadere che fugge
e misero passa per il cuore
avviva e allieta la tua vista
il deluso occhio snerbato
e meno algido risento
il diaspro dell'avello
della perduta mia speranza
sostando ospite tuo.
Tu che conosci la pena
del marinaio senza imbarchi
attarda, se puoi, il transito
sull'estremo orizzonte
del veliero in fuga:
possa io poi raggiungerlo
e arrembarlo domani
per sprone d'illusione
prender l'abbrivo
ed essere arruolato
da altro bramato futuro
che infelice non sia!
Lascia che l'animo
segua tra migrabondi
nubi lo stormo marino
che remiga ad altri caldi
per perpetuare altra prole.
L'argenteo spumare
del tuo respirare vivace
sia la vellutata bava
di un brioso sorriso,
l'ondeggiar tuo ritmico
la culla di neonata speme
il borbottare della tua voce
la ninnananna che soave
assopisce un cuore stanco.



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Opera scritta il 13/08/2018 - 09:34
Da Angelo Michele Cozza
Letta n.957 volte.
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Commenti


Lunga ed inconcludente

Antonio Girardi 14/08/2018 - 13:05

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L

Antonio Girardi 14/08/2018 - 13:04

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