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Gli occhi del gatto

Non ricordava l'inizio.
L'ultima cartiera aveva chiuso da poco. Spento le macchine e la carta, appesa ai fili ad asciugare come lenzuola, si era accartocciata sulle assi di legno del pavimento.
Il fiume si stendeva come uno specchio opaco, i canneti ai lati erano molli, accasciati in una poltiglia, il ghiaccio stringeva l'acqua. I pesci, le anatre andavano altrove.
La ruota della fabbrica si incagliava senza la spinta dell'acqua corrente. Lisa, gambe unite, piegava le ginocchia, lasciava che i piedi si incrociassero e il suo corpo scivolasse verso il terreno. L'abito le si arricciava, poteva sentire la terra umida sotto di sé, stringeva le braccia intorno alle gambe leccando la pelle per sentirne il sale. Immaginava la carta che a pacchi veniva stivata nel magazzino, pronta ad essere spedita. Ricostruiva ogni successivo passaggio fino ai brillantini sulle mani che lei rubava dalle buste decorate per avere le stelle nella camera, di notte.
Così passava il tempo, aspettando l'ora della cena. Dalla porta socchiusa arrivavano i rumori della tavola da apparecchiare mentre il vapore che saliva dai piatti scaldava i vetri che si appannavano.
Non ricordava l'inizio, aveva solo una certezza, due parole alla fine.
Faceva tanto freddo quella notte, decise di partire con in tasca un pezzo di carta bianca salvata dai residui raccolti dal pavimento della vecchia cartiera. La luna aveva la curva ad oriente e là, dove la strada del cielo svoltava, Lisa salì a piedi nudi. Si arrampicò sull'albero, tra le foglie della quercia e quando la scia di fumo si faceva trasparente, chiuse gli occhi e si buttò, salendo di corsa ogni gradino di fumo che si sgretolava al suo passaggio.
L'odore del bosco la sorprese, si abbassò, carponi si mosse lenta, sul muschio che morbido carezzava le ginocchia.
Al pozzo trovò il coraggio, tenendosi al bordo si alzò in piedi, barcollando guardò dentro, avrebbe voluto bere ma il secchio sembrava galleggiare sul fondo.
-Ma dove andate tutti?- chiese Lisa a bocca aperta
Le stelle appese al di sopra di lei facevano luce a sprazzi, il gregge si apriva e si chiudeva per non urtarla. La pastorella seduta sull'asino le offriva una mano per tirarla su, seduta accanto a lei.
-Hai portato la carta?- domandò a Lisa
-Come sai della carta tu? Non ricordo l'inizio, ho solo la carta...-
-Ma ricordi ciò che è scritto in fondo?-
-Solo quello ricordo-
-E allora vai- le gridò
Alcuni seguivano le ali degli angeli, altri vagavano, chi con una foto tagliata tra le mani, qualcuno con profumi di fiori appassiti, chi cercava luce, chi pioggia sottile, chi un bacio perduto dalle stelle.
La capanna era lontana, oltre i ponti, dove i cammelli superavano le dune, e i sentieri stretti di sassi lasciavano spazio al fiato caldo degli animali, là dove la coda della stella sapeva il cammino.
Lisa lo fece ancora, incrociò le gambe e si lasciò scivolare sul muschio incantata dalle stelle e dallo scrosciare del fiume sotto al ponte.
Solo i sorrisi pote' vedere, e dopo poco ne ascoltò le voci, morbide come solo le voci di chi ti ama.
Lei porse la carta, bianca senza traccia, sentì le carezze delle mani su essa e le parole divennero inchiostro e le voci divennero musica. E tutta la vita con loro si sversò sulla carta che magica diventò una lettera tra le mani di Lisa.
Si alzò il vento, le portò via una ciglia che si posò , in alto a sinistra dove l'inizio respira...
Cara figlia, cara sorella, cara amica...
e poi giù la lacrima tracciò la scia dritta alla fine che Lisa sapeva, ma non capiva...
Sii felice.
Le sembrò di sentire un abbraccio di tante mani e una lieve spinta che le lasciò la lettera tra le dita.
Scendere fu facile allora, sospinta dall'amore, si aggrappò alla lettera che divenne un aquilone e volteggiò su tutto il presepe, sull'odore del muschio, l'acqua da bere e le stelle da sognare...
si aggrappò e volò fino alle foglie della quercia, a piedi nudi atterrò mentre il gatto, con gli occhi gialli, nel buio la osservò rientrare dalla finestra.
Silenziosa cominciò a cantare ed accese il fuoco per scaldare la vita... per un nuovo Natale.



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Opera scritta il 21/12/2018 - 14:39
Da Grazia Giuliani
Letta n.885 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Racconto che è favola di incanto, suggestiva, magica, imbevuta in un'atmosfera di sogno in cui tutto è possibile. Scrittura che in certi tratti è poesia, di una eleganza raffinata, preziosa. Grazia, ci hai fatto uno splendido regalo di Natale. Ti ringrazio per gli auguri, anche a nome della Redazione, che ricambio di vero cuore.
La ringrazio

Adriano Martini 25/12/2018 - 11:31

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IL MIO PENSIERO PER OGNUNO DI VOI, DI UN SERENO E BEL NATALE...
AUGURI, ALLE AUTRICI, AGLI AUTORI, AD ADRIANO E, NON PER ULTIMA, ALLA REDAZIONE!!!!!!!!!!!
GRAZIE A TUTTI, DI TUTTO

Grazia Giuliani 24/12/2018 - 18:52

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è come se tu avessi raccontato un tuo sogno meraviglioso e l'hai fatto con quel modo poetico che ti contraddistingue.
devo dire che hai una proprietà di linguaggio eccezionale. il racconto è magico, tu sei magica...
scrivi Grazia, sei davvero brava
...e grazie

laisa azzurra 22/12/2018 - 21:42

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Bellissima storia che ci fa immergere nelle dolci atmosfere natalizie.
Con l'occasione del commento un affettuoso e amichevole BUON NATALE

GIOVANNI PIGNALOSA 22/12/2018 - 19:30

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Proprio bello, Grazia, intriso di un'atmosfera da sogno, quella che serve per riprendere a credere nei valori della famiglia e dell'amicizia...
Complimenti e buona notte cara

PAOLA SALZANO 21/12/2018 - 22:45

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Affascinante storia, che ha richiamato alla mente il Natale.Bravissima, come sempre

Teresa Peluso 21/12/2018 - 21:55

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Avvolge questo bellissimo racconto una magica sifonia dal sapore natalizio dove non sono solo le immagini a renderlo tale ma la sensibilità dell'autrice che ha saputo trasportare il lettore in una storia stupenda e recepita come tale non può che suscitare che dolci emozioni suffragate dall'arrivo di questa festività che tutto coglie e tutto crea anche negli animi più refrattari.Racconto molto bello e scritto divinamente tanto che non ho dubbi nel celebrarti, cara Grazia , un'affermata scrittrice.

Antonio Girardi 21/12/2018 - 20:18

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GRAZIA....Bellissima favola dal sapore Natalizio. Peccato che non ho nipotini a cui leggerla....STUPENDA.

mirella narducci 21/12/2018 - 19:08

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