Quando dalla radio arrivò la notizia della morte di Fabrizio De Andrè, fu come perdere un parente. Due anni prima avevo visto con mia moglie un concerto al teatro La Gran Guardia a Livorno e qualche anno prima con mio fratello a Pisa in piazza dei Cavalieri, davanti a Cosimo dei Medici.
La prima volta mi colpì con la canzone “Verranno a chiederti del nostro amore”.
“Continuerai a farti scegliere, o finalmente sceglierai”. Sembrava dicesse a me.
Il giorno dei funerali, con una collega d’ufficio, ci accordammo per un minuto di raccoglimento.
“E’ l’ora” – le dissi, e staccammo lo sguardo dal computer in silenzio.
Fu un momento intenso e commovente.
La prima volta mi colpì con la canzone “Verranno a chiederti del nostro amore”.
“Continuerai a farti scegliere, o finalmente sceglierai”. Sembrava dicesse a me.
Il giorno dei funerali, con una collega d’ufficio, ci accordammo per un minuto di raccoglimento.
“E’ l’ora” – le dissi, e staccammo lo sguardo dal computer in silenzio.
Fu un momento intenso e commovente.
Opera scritta il 11/01/2019 - 08:12
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Commenti
...è bello che tu l'abbia ricordato...
Grazia Giuliani 11/01/2019 - 18:27
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Grazie Glauco per questo tuo omaggio, lo condivido in toto. Il mio cantautore preferito, insieme a Luigi Tenco. Ciao, salutami il nostro mare, ne sento la mancanza.
Giacomo C. Collins 11/01/2019 - 13:08
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Stamani ho telefonato alla mia vecchia collega, ora trasferitasi in un altro comune, ed abbiamo rievocato quel giorno. Alle 11.00 ci siamo accordati per ripetere quel momento dopo venti anni.
Glauco Ballantini 11/01/2019 - 12:19
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E' diventato figlio della nostra terra, e nonostante sia stato tradito da alcuni fratelli non ha mai smesso di amare il vento, i silenzi di quest'isola e di trovare la dolcezza dietro i nostri sguardi apparentemente duri.
Un sardo che non dimenticheremo.
Un sardo che non dimenticheremo.
Millina Spina 11/01/2019 - 12:13
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Acquistai "La canzone di Marinella" nel 1965, primo successo di un giovene sconosciuto al di fuori della mia città. Fu il primo di una lunga serie mai interrotta. Ne sento la mancanza, come e più di un congiunto.
Paolo Sermonti 11/01/2019 - 12:01
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