ho smarrito la mia luna.
Sono disperso.
Instabile nella quiete,
dissolto dall'universo.
Un'esplosione
priva di emozione.
L'orizzonte è vicino.
Riesco a percepirlo.
Con occhi spalancati
sorrido e verso lacrime.
Sta approdando l'alba
ma viaggia lentamente verso di me,
forse temporeggia.
Adesso
vorrei scindere me stesso.
Abbracciare l'alba,
vivere nel progresso.
Amare l'orizzonte,
congiungermi con il tuo riflesso.
Ecco la mia ultima notte.
L'oscurità s'addentra nei miei pensieri.
Una notte cupa
illumina innumerevoli sentieri.
Sentieri plasmati dalla mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.
Prima di andar via
non oso pronunciare il tuo nome.
È come richiamarti
all'agonia del male.
Io e te siamo nel silenzio.
Né le tenebre né la luce
possono separarci.
Io e te,
caro mio amato orizzonte,
siamo legati dalla miseria della vita.
Ci parliamo piegandoci controvento.
Mi mancherai.
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