tra lo spazio vola verso la follia
in cerca d'una vita che non c'è.
Supera mondi agli antichi tanto cari,
al solo poeta noti e pure fecondi.
L'acre fumo dell’imperitura civiltà
si mischia all'aria priva di gioia
in cui quella nave veloce avanza
verso la meta e tanto sicura corre.
A bordo l'uomo è felice, sorride
all'occhio magico che lassù giunge;
sulla Terra c'è chi sogna di
trovare nello spazio, la vita.
Ma solo per conquista!
Intanto il mezzo dell' umana ferocia
sempre più sicuro avanza e fedele.
Il pianeta rosso è ormai vicino;
un bimbo il nocchiero d'amianto.
Sorrisi, gesti, saluti, canzoni
per lo spazio già vinto.
Pian piano la navicella s'adagia
sollevando polvere e fumo.
Dietro una roccia, là vicino,
un mostro spia la cosa che brilla
e scintille e fiamme quasi spente.
Severo l'occhio tutto giudica;
la mente elabora un triste piano;
le mani adunche già fremono.
Intanto il furbo marinaio medita
come vincere quel mondo inerme
e dove costruire basi di morte.
Ignaro del pericolo che incombe,
lo sportello spavaldo apre
e il piede ansioso la sabbia
sfiora; in mano l'arma perfetta,
ma vana e l'asta di una bandiera,
segno di libertà che conquista.
Si scaglia contro il fiero nocchiero,
quel bruto, l'afferra con forza divina;
la gola stringe e le mani nemiche
tese nello sforzo vano di liberarsi
lasciano la presa e lungo i fianchi
inerti; negli occhi il terrore della morte,
sulle labbra una muta richiesta d'aiuto;
le gambe molli si piegano verso terra,
le ginocchia poggiano sul suolo ostile.
Il mostro contento abbandona la presa
e fugge fra le rocce tanto inermi.
Ed ancora una volta, il genio di acciaio
pronto sulla rampa non aspetta che il via
Volerà ancora verso mondi nuovi
in cerca d'una vita che forse non c'è.
A bordo, vestito d'amianto, un bimbo
Sorriderà al magico schermo, da lassù,
nello spazio non ancora sconfitto

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nello spazio nn ancora sconfitto
importante, complessa,
molto bella

