tutti e ventuno,
astri dispersi
al lume di Luna.
D'occhio in risalto
sul nero importuno,
dei grandi universi
la dolce fortuna.
Sono le stelle,
cadenti dal cielo,
si schiantano al suolo.
Divengono rose.
Splendide ancelle,
poggiate su stelo,
urlatene il duolo
de' vite costose.
Mostrate che'l nero
eterno e possente,
si versi nel mare
giungendone stanco,
poiché esso è vero,
volente o nolente
il loro abbuiare
è nato dal bianco.
Sedete su torba
d'un Mondo corroso,
cantando la vita
di grigio cromata,
'chè vista vien orba,
giacchè bisognoso
è il cuor parassita
di mente viziata.
Bruciate inneggiando
nel sole sorgente
un inno alla morte,
ch'è il vostro colore.
Spargete volando,
nel vento furente,
illusioni distorte
ricolme d'amore.
Libratevi eterne
nel cielo vermiglio.
Regnate sul Monte
che v'ha coltivato
Brillate lanterne
nell'ultimo miglio,
perché l'orizzonte
l'infinito ha creato.
Voto: | su 2 votanti |