Stesse chiacchiere, stesso millennio (di tolleranza 0)
Con quel mio fratello che non ha niente da nascondere, ma delle volte non lo accetta, non
sono salito nella città giuliana alla fiera dei diritti. Non mi interessava la sfilata dei politici,
rispolverare il cappuccio e la gogna, ingozzare le bocche di tolleranza o sentirlo battezzare
nella vergogna come un qualcosa. E non un qualcuno. La tolleranza nel mondo dei forti
è debolezza, e sfocia nell’eccesso. E nell’uomo è insito combattere. La vita, ahimè, insegna
che non risolve ascoltare, come avere fare dimesso. E quello che è insolito e non si conosce
fa paura e molesta i princìpi, nel suo caso del senso estetico.
Quel nostro fratello diverso l’ho visto con molti altri, e mi sono solo domandato se non sono
forse io l’errore genetico!? Vorrei gli concedessimo un sogno nel cassetto, vorrei non avesse
un lavoro a patto che non ne sia in grado, e che avesse qualche grammo di rispetto.
Io che paradossalmente sono come lui, ghettizzato. Dall’amore. Nell’amore così poco scaltro.
Quando guardo il volto di una donna ho come l’impressione di entrare nel sogno di un altro.
Così ti scrivo per darti notizia che nei prossimi giorni ti farò visita e…
avanti, è indubitabile che risponderai.
E aprirai la dannata porta, perché non c’è tutta la vita. E la notte è sempre troppo corta.
Non ho doti, e se ne avessi non sarebbe certo la pazienza. Se la maniglia dovesse scendere,
entrerò e prima che tu opponga resistenza sputerò d’un fiato parole, angosce…
…paure e tutto quanto.
Non verrò da te per aggiungere storia alla storia… e non ti dirò se ho pianto.
Se dovesse fare CLIC sarà il momento: Don Angelo… è buona la persona, ha cuore il tuo prete.
La domenica l’aspersorio ti acceca da quanto lo strofina, e l’ha alzato pietre su pietre quel suo
Oratorio. Ma non si può dire che sia un salice il tuo Francesco dei poveri, messo sotto pressione
la voce balbetta e i suoi nervi somigliano alle alette dei passeri. Povero Don. Mi pregava di non
farti visita, e mi dava il tuo indirizzo di casa. Recitava il rosario tra le mani sudate e mi parlava
della sua Chiesa. Scordava le parole del Padre Nostro e picchiava il pugno come il babbo natale
di una réclame lontana… Mi chiedeva di non cercarti, ripeteva “Tra non molto è la Vigilia”.
Teme forse che lo licenzi. Non farlo, ti ama… Io l’amavo, ma Eva del Serpente mi ha lasciato
giornali vecchi e cartone. Mamma e papà per anni hanno guardato la vita da dietro la finestra
o davanti a un vetro in televisione.
E ho perso gli amici tra Giuda senza sospetto e una donna che suda nel loro letto.
Se dovesse fare CLIC, sarà fatta. Ti avrò detto tutto quanto. Sarà fatta… CLIC
Ma non saprai che ho pianto.
sono salito nella città giuliana alla fiera dei diritti. Non mi interessava la sfilata dei politici,
rispolverare il cappuccio e la gogna, ingozzare le bocche di tolleranza o sentirlo battezzare
nella vergogna come un qualcosa. E non un qualcuno. La tolleranza nel mondo dei forti
è debolezza, e sfocia nell’eccesso. E nell’uomo è insito combattere. La vita, ahimè, insegna
che non risolve ascoltare, come avere fare dimesso. E quello che è insolito e non si conosce
fa paura e molesta i princìpi, nel suo caso del senso estetico.
Quel nostro fratello diverso l’ho visto con molti altri, e mi sono solo domandato se non sono
forse io l’errore genetico!? Vorrei gli concedessimo un sogno nel cassetto, vorrei non avesse
un lavoro a patto che non ne sia in grado, e che avesse qualche grammo di rispetto.
Io che paradossalmente sono come lui, ghettizzato. Dall’amore. Nell’amore così poco scaltro.
Quando guardo il volto di una donna ho come l’impressione di entrare nel sogno di un altro.
Così ti scrivo per darti notizia che nei prossimi giorni ti farò visita e…
avanti, è indubitabile che risponderai.
E aprirai la dannata porta, perché non c’è tutta la vita. E la notte è sempre troppo corta.
Non ho doti, e se ne avessi non sarebbe certo la pazienza. Se la maniglia dovesse scendere,
entrerò e prima che tu opponga resistenza sputerò d’un fiato parole, angosce…
…paure e tutto quanto.
Non verrò da te per aggiungere storia alla storia… e non ti dirò se ho pianto.
Se dovesse fare CLIC sarà il momento: Don Angelo… è buona la persona, ha cuore il tuo prete.
La domenica l’aspersorio ti acceca da quanto lo strofina, e l’ha alzato pietre su pietre quel suo
Oratorio. Ma non si può dire che sia un salice il tuo Francesco dei poveri, messo sotto pressione
la voce balbetta e i suoi nervi somigliano alle alette dei passeri. Povero Don. Mi pregava di non
farti visita, e mi dava il tuo indirizzo di casa. Recitava il rosario tra le mani sudate e mi parlava
della sua Chiesa. Scordava le parole del Padre Nostro e picchiava il pugno come il babbo natale
di una réclame lontana… Mi chiedeva di non cercarti, ripeteva “Tra non molto è la Vigilia”.
Teme forse che lo licenzi. Non farlo, ti ama… Io l’amavo, ma Eva del Serpente mi ha lasciato
giornali vecchi e cartone. Mamma e papà per anni hanno guardato la vita da dietro la finestra
o davanti a un vetro in televisione.
E ho perso gli amici tra Giuda senza sospetto e una donna che suda nel loro letto.
Se dovesse fare CLIC, sarà fatta. Ti avrò detto tutto quanto. Sarà fatta… CLIC
Ma non saprai che ho pianto.
…da una lettera rispedita al mittente
(ispirato ai fatti del 23 marzo 2019, Trieste Pride)
Opera scritta il 09/05/2019 - 21:45
Letta n.970 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Lo leggo ora
Nn so se condivido o meno il contenuto del testo, ma la lettera a Dio, si!
Quella, sai, appartiene a noi, comuni mortali, l'unica arma che abbiamo quando la speranza ci abbandona.
La tua sensibilità nn mi stupisce più
Nn so se condivido o meno il contenuto del testo, ma la lettera a Dio, si!
Quella, sai, appartiene a noi, comuni mortali, l'unica arma che abbiamo quando la speranza ci abbandona.
La tua sensibilità nn mi stupisce più
laisa azzurra 15/05/2019 - 15:47
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Caro Mastro, tu mi metti a dura prova... i tuoi scritti sono complessi. Questo racconto l'ho letto 3 volte e ogni volta trovavo nuove idee o concetti che mi erano sfuggiti. Comunque mi è piaciuto, l'idea è originale e lodevole e il contenuto forte. Credo che basti abituarsi al tuo stile. Aldilà del testo mi piace la persona che traspare da esso,tu. Un saluto
Maria Isabel Mendez 10/05/2019 - 23:31
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Ciao Mastro, questa è la tua voce narrante alla quale resterai fedele visto che è l'espressione di te...
originale il destinatario, il riferimento, e quel "respinta al mittente" chiude la lettera con l'amarezza di una preghiera inascoltata.
Non sempre è facile comprenderti, ma basta chiedere un chiarimento e sei disponibile ad un confronto che diventa scambio piacevole e rispettoso.
Mai scontato o banale
Bravissimo
originale il destinatario, il riferimento, e quel "respinta al mittente" chiude la lettera con l'amarezza di una preghiera inascoltata.
Non sempre è facile comprenderti, ma basta chiedere un chiarimento e sei disponibile ad un confronto che diventa scambio piacevole e rispettoso.
Mai scontato o banale
Bravissimo
Grazia Giuliani 10/05/2019 - 18:15
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Mastro, adesso è tutto più chiaro. Ma se non si conosce questa premessa dal testo è difficile afferrare questo importante messaggio. A presto!
Seby Flavio Gulisano 10/05/2019 - 10:14
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Quasi dimenticavo, che sciocco sono... credo anche non servirà alcuno spiegone, magari solo una spiegazioncina: nella città di Trieste l'amministrazione non ha dato il consenso all'utilizzo di una piazza per una manifestazione gay. Questo, giusto o sbagliato che sia mi ha fatto pensare. Da qui una lettera a Dio dove gli parlo di tutto ciò che gli vorrei dire. Chi di noi almeno una volta nella vita non ha pensato di esternarGli i propri pensieri!?
Mastro Poeta 10/05/2019 - 10:04
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Hai letto male, caro Mastro. Nessun astio, e come potrebbe essere altrimenti, non ci conosciamo nemmeno! Ho cercato invece di darmi delle colpe per non aver capito e gradito il testo. Sono sicuro che altri apprezzeranno, tutto qui.
Seby Flavio Gulisano 10/05/2019 - 09:55
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Innanzitutto ciao, e grazie per il tuo tempo. Ora, credo non sia assolutamente necessario che questa scrittura sia di tuo gusto... anche se ovviamente mi dispiace. Solo che,sai, ho letto quasi dell'astio nel tuo commento. E me ne dolgo. Non sono uno scrittore,e l'ho sempre sottolineato. Ho raccolto l'invito della redazione a partecipare alla scrittura creativa facendo del mio meglio, che poi non sia di tuo gradimento credo ci stia. A rileggerci
Mastro Poeta 10/05/2019 - 09:52
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Non conosco "i fatti" che hanno ispirato questo racconto. Sta di fatto che, se quando leggo, devo fare attenzione alle parole, ai periodi e spesso devo ritornare indietro per capire cosa c'è scritto, dopo un po' perdo il filo. Nonostante tutto l'ho riletto 3-4 volte. Ci sono tante frasi messe insieme, alcune potrebbero essere degli aforismi a se stanti, in alcuni punti spuntano anche delle rime. Alla fine mi sono chiesto: cosa racconta questo racconto? Un significato ci sarà ma io ho visto prevalentemente un esercizio di stile, che sarebbe stato più appropriato per una poesia. Quanto detto rappresenta solo il mio gusto personale ed il mio modo di vedere scritto un racconto, gli altri possono esprimere tutti i complimenti che vogliono e gridare al capolavoro. Anzi, sono convinto che sarà così. A rileggersi! P.S. Non lascio votazione in stelle, aspettando di leggere lo "spiegone" da parte di qualcuno più ferrato di me.
Seby Flavio Gulisano 10/05/2019 - 09:42
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