Duetto verde bottiglia
Adoro guidare la mia duetto del 75
lungo la panoramica, tutta a curve,
quasi sempre deserta ad eccezione
del weekend dove nelle ore diurne
la strada è battuta da ciclisti che
amano le sue dolci linee a cubito.
Qualche tornante più su e mi trovo
in un piazzale ancor per poco tacito
lastricato di sampietrini, a breve
animato da ristorantini affacciati
sul celeste pallido del mare; ma val
la pena di salir tra campi seminati
di gomito in gomito ignorando le
lancette dell’orologio, limitandomi
a contemplare le spiagge dall’alto.
Rimanendo sulla strada, godendomi
la frescura della mezza collina tra
pini marittimi che si stagliano, tigli
profumati e le ultime ginestre fiorite,
supero campi gialli di grano e bisbigli
giungendo a una terrazza naturale che
permette d’estender la vista al litorale.
Più in basso, non lontano, si intravede
un cottage: vengo qui con un giornale
dal ’93, ogni terzo sabato del mese.
La signora col vestito a fiori incrocia
il mio sguardo e si tocca il cappello.
Sorride, e in quel gesto solo lascia
trasparire tutta l’educazione
che ci siamo persi in questi anni.
Mi piaceva l’aria tra i capelli, ora
sosto a guardare il vento tra i panni.
Non si portano più cappelli e il vento
fa incontrare occasionalmente sempre
meno persone, ma resta bella la strada.
Lei rientra, e quei fiori diventano ombre.
lungo la panoramica, tutta a curve,
quasi sempre deserta ad eccezione
del weekend dove nelle ore diurne
la strada è battuta da ciclisti che
amano le sue dolci linee a cubito.
Qualche tornante più su e mi trovo
in un piazzale ancor per poco tacito
lastricato di sampietrini, a breve
animato da ristorantini affacciati
sul celeste pallido del mare; ma val
la pena di salir tra campi seminati
di gomito in gomito ignorando le
lancette dell’orologio, limitandomi
a contemplare le spiagge dall’alto.
Rimanendo sulla strada, godendomi
la frescura della mezza collina tra
pini marittimi che si stagliano, tigli
profumati e le ultime ginestre fiorite,
supero campi gialli di grano e bisbigli
giungendo a una terrazza naturale che
permette d’estender la vista al litorale.
Più in basso, non lontano, si intravede
un cottage: vengo qui con un giornale
dal ’93, ogni terzo sabato del mese.
La signora col vestito a fiori incrocia
il mio sguardo e si tocca il cappello.
Sorride, e in quel gesto solo lascia
trasparire tutta l’educazione
che ci siamo persi in questi anni.
Mi piaceva l’aria tra i capelli, ora
sosto a guardare il vento tra i panni.
Non si portano più cappelli e il vento
fa incontrare occasionalmente sempre
meno persone, ma resta bella la strada.
Lei rientra, e quei fiori diventano ombre.
Opera scritta il 17/05/2019 - 22:07
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Voto: | su 3 votanti |
Commenti
...è poetico pur nello stile di racconto, della poesia ha la tua personale capacità di cogliere l'eleganza di ciò che guardi e senti...
è molto bello, ecco
è molto bello, ecco
Grazia Giuliani 18/05/2019 - 19:52
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mi associo, per non copiarlo, al giudizio di laisa
Ernesto D'Onise 18/05/2019 - 16:46
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Stupendo...
Graziella Silvestri 18/05/2019 - 13:11
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Bravo complimenti
Francesco Cau 18/05/2019 - 11:54
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...c'è tutto, proprio tutto..
Dall'arte, alla bellezza, persino la nostalgia. C'è la delicatezza di chi nn cerca visibilità, ma si nutre della propria vista
Dall'arte, alla bellezza, persino la nostalgia. C'è la delicatezza di chi nn cerca visibilità, ma si nutre della propria vista
laisa azzurra 18/05/2019 - 09:54
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