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Arsenica (Logica o poesia?)

Ho consegnato la mia vita,
come un compito in classe,
alle righe di parole
-troppe-
buttate in giro,
solo
per essere meno morta:
non per essere,
né per essere sola.
Ho vissuto scrivendo
(e nei miei testi);
purtroppo tutto il resto
mi è passato sopra e non l’ho visto
(o forse ho semplicemente visto),
presa come ero
da un mare
che mi ha navigato dentro
senza tregua,
senza possibilità di scampo.
Ho scritto troppo e troppo male,
dilettandomi senza diletto,
di una necessità
di cui avrei dovuto fare a meno.
Ora, i giorni,
tutti i giorni,
sono al conto delle spese
e in una voce del bilancio
c’è tutto quello che non ho fatto:
un asterisco rimanda
ad un infinito esagerato
che può spiegare
il peso di tutte le mie parole
presenti e passate.


Fate largo per favore,
vorrei scendere.
All’imbocco delle scale
alzo e giro un po’ la testa:
qualcuno che mi voglia trattenere?


Volti bassi
-spenti-
illuminati sopra a strani aggeggi.


Scendo.


Dissolvo
-rossa d'anima-
in cieli pigri 
azzurro pioggia.
Ora 
mi abbandono al mio respiro.


Ora sono




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Opera scritta il 12/06/2019 - 16:45
Da Davide Bergamin
Letta n.975 volte.
Voto:
su 2 votanti


Commenti


Bravo cinque più

Francesco Cau 12/06/2019 - 19:13

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Complimenti di cuore

Mirko (MastroPoeta) 12/06/2019 - 18:46

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