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io, il tuo...tu, il mio

Sono anni, e lune e soli
Inverni gelati e primavere autunnali, sono estati roventi di flipper e juke box, sono giorni di cera che cola e libri muti che non sanno parlare
E, poi, ciliegie da assaporare piano,


"metà tu ed io l’altra metà..."


-Solo un’altra, va bene?
-Ma dai, ti sei sporcato la camicia…
e chi se ne importa, se non vien via, la metto ugualmente…sa di te
-Ma era lei che voleva uscire con te?
Lei chi? Si, boh
-Come boh, ma poi, come darle torto….no, ahi, mi fai male…ma si può? Possibile che alla fine dobbiamo sempre far la lotta?


E mordicchiamoci piano, assaporiamoci usciti dall’acqua, sappiamo di buono, la pelle di due pesche salate, fresche, ma se poi mi mordicchi e sgrani gli occhi, mi fai male con quello sguardo feroce, quello di un cucciolo con la sua preda fra i denti acuminati. E ridi di me e di te e rido in quel luccichio che hanno gli occhi accesi, illuminati da quei pensieri leggeri che restano, non come parole, ma come abbracci


Possibile che…


Ti sei beccato una lacrima
Era la tua, oppure la mia? S’è asciugata in fretta nell’angolo della bocca dove comincia il sorriso
Ormai, capita spesso, ogni qualvolta ripercorriamo i passi a piccoli gamberi, a riprovar lo stesso brivido, la stessa adrenalina, la stesa irriverenza…
E tiri su col naso


Già, si fa sera e la sera è umida nelle nari, gocciola nostalgia e i ricordi conducono dritti agli occhi, come grondaie sensibili al vento……


Sai, non te ne ho fatto una colpa, ma avrei voluto fare il battesimo del mare, tanto da osservare il mondo dalla mia camera d’aria, d’acqua e magia, dissetandomi di parole, delle Sere di Leopardi, nell’abito rosso di una donna smaliziata cucita su di una stella marina, e mi avresti trattenuta di spalle, spinto dal calore sommesso delle mie parole sussurrate oltre quel vetro lievemente appannato…


Non hai avuto il coraggio ed io, non ho avuto il coraggio di dare a te il coraggio di osare
No, non di sole parole, non di sole emozioni, non di soli brividi,
ma solo se oseremo, saremo lì, a salvare le nostre rughe dallo sbattere della vita


Di porte se ne son chiuse, e tante, ma la luce più bella è quella che filtra dalle fessure, quella delle porte che hai lasciato semichiuse per una dimenticanza o solo per sentire il profumo del mare
Quelle che il tempo ha consumato o quelle delle quali non sai più dove sia la chiave e la serratura non tiene più, tant’è l'incedere e smussare della notte più salmastra


E sale la polvere a piroettare
Incatenati a quelle macchie di vita che solleva vita, sbilenca, bianca, lieve, tra i riflessi rubino di due calici di vino che si versano a distanza


Io, il tuo


Tu, il mio




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Opera scritta il 04/07/2019 - 18:11
Da laisa azzurra
Letta n.1082 volte.
Voto:
su 7 votanti


Commenti


Desiderio non consumato, ma chi lo sa... l'estate è ancora tutta da vivere!! Superbravissima!!!

Maria Isabel Mendez 06/07/2019 - 14:49

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grazie di cuore Amici
e sereno weekend

laisa azzurra 05/07/2019 - 19:39

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Rimanere nel Io, il tuo - Tu, il mio
, in verità, non è mai stato il mio ideale di vita. Ma apprezzo chi , come Laisa, riesce a farne un incantevole dire...
...e contenti voi due....contenti tutti!!!

Ernesto D'Onise 05/07/2019 - 18:36

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Complimenti mi sono emozionato ed entusiasmato. Ciao. Brava

giovanni benvenuto vavassori 05/07/2019 - 18:14

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Emozioni vive, che scorrono sulla pelle e nei sensi e accompagnano l'immaginazione con visive percezioni e sensuale complicità....
Una porta socchiusa sull'amore che può ancora riservare sorprese e realizzare desideri mai dileguati.....
I colori e i frutti dell'estate rendono questo diario ancora più trascinante nella sua grande espressività ....

Un abbraccio e scusa tanto,Laisa, se posso commentare poco le tue opere per ora ma gli impegni lavorativi mi hanno occupata tanto in questi mesi e fino a questo momento....


Alessia Torres 05/07/2019 - 16:30

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Racconto con emozionanti ed accentuate note poetiche a delineare un amore lasciato in sospeso, forse per mancanza di coraggio, forse per eventi della vita... Alla fine si eleva il calice, sempre, comunque, a distanza.
Bellissimo, Laisa.

Carla Vercelli 05/07/2019 - 12:18

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Racconto stupendo, entusiasmante. Complimenti, Laisa!

Salvatore Rastelli 05/07/2019 - 11:10

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LAISA....Se posso permettermi, leggere Laisa è come inondarsi di luce che da spiragli inaspettati illuminano i suoi scritti. Questa luce ci fa scoprire una poetessa dall'animo sensibile, dal poetare suggestivo, subito riconoscibile perchè è il suo particolare stile. Complimenti. Ciao amica mia

mirella narducci 05/07/2019 - 10:43

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Mi illudo di poter far aprire
le pagine del mio libro chiuso
Ma non tutti arrivano a leggere
tra gli analfabeti incompresi
Taccio e dubito del prossimo
mentre muto il mio pensiero ma tu sei brava per davvero

Francesco Cau 04/07/2019 - 23:32

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...Un po' dolce un po'amaro, ricco di sfumature e riflessi, sembra un caleidoscopio delle tue emozioni, quelle di una donna...
Sì, complimenti, è molto bello!!!
Ti abbraccio cara Laisa

Grazia Giuliani 04/07/2019 - 20:39

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Leggendoti, al di là della scrittura che è sempre un qualcosa di prezioso, ho immaginato la scena finale di un film d'amore "Con la camicia sporca di ciliegie ci mordicchiamo piano, ci asciughiamo nell’angolo della bocca che gocciola nostalgia… e non avrà più importanza cercare la chiave di quella serratura che non tiene più. Forse solo allora potremo versare due calici di vino… io il tuo, tu il mio senza che le macchie di vita abbiano quei riflessi rubino che ha la distanza".
Complimenti

Mirko (MastroPoeta) 04/07/2019 - 19:31

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