ai cipressi perenni
e al focolare antico,
retaggio d'amore nel mio amore,
nei suoi occhi a mandorla,
intensi, vivi,
che ti scrutano dentro
svelando ogni segreto
del tuo Essere sconosciuto.
Lei appartiene al mare,
alle meduse azzurre alla deriva,
negli zigomi alti di lineamenti
fieri di donna
Elima e Andalusa.
Appartiene a me per sempre!
Oltre l'atomo che si frammenta
in energia in viaggio,
oltre la memoria delle piccole
cose che il ricordo
concede al rimpianto.
Lei appartiene al plenilunio,
al sogno del giovane Pierrot
e ai gesti del vecchio Mimo
dimenticato.
Lei appartiene alla mia vita
cosi intensa da commuovere,
con le sue lacrime di rugiada
e i ricami delle sue mani
che disegnano carezze sul mio volto.
Al mio petto
che la contiene al di là
delle ferite che lo devastano,
al mio pensarla e custodirla,
purificata e innocente
nei lavacri dell'anima.
Lei appartiene ai miei figli
grembo di madre che contiene
la vita,
a chi soffre e non riesce a vivere,
alle bambine senza voce
e ai bambini senza parole.
Forse non basta appartenere,
sentire, sognare,
amare, ricordare,
decodificare sentimenti,
misurare tenerezze.
La vita non è questa,
se non riconosce il volto,
se non chiama per nome
se dimentica
chi ha profondamente amato!
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Nn esistono sogni da condividere se il suo nome è tornato ad essere polvere, ma si sogna per lei, perché lei nel sogno possa esistere ancora e "del" sogno, tornare a respirare...
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