madre dei sogni terreni,
tingi 'si miti miraggi
nel cielo color nostalgia.
Il buio si fa mio compagno,
portando la mente ai miei beni:
dei grandi universi i messaggi
ch'ai mondi ne fanno guadagno.
Annera lo spazio i lamenti,
fondando passati sereni,
rinchiusi nei sottili raggi
dei soli che giacciono spenti:
passati, son tristi e defunti,
giacché più il pensiero ne ameni;
sorgono e si fanno saggi
di brame a cui mai si fu giunti.
Oh, com'è dolce la notte:
una culla sicura e invisibile,
che avvolge, con braccia di madre,
le anime sole e corrotte.
Sei tu la mia volta celeste,
che mostra a me l'indescrivibile:
visioni che volan leggiadre
dal cuore, fin sopra le teste.
Sei Dea nei tuoi splendidi occhi,
lo sguardo sincero e sensibile
che tingo con rime assai ladre,
perché già son oro i tuoi tocchi.
È viva di nuovo la vita,
a te, che il mio sogno è credibile
e sono io fiero, da padre,
in questa passione infinita.
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