La tazzina di caffè è sempre stata presente nella mia esistenza e l’abitudine di berne ogni mattina e in altri momenti della giornata, senza tuttavia abusarne, non ha mai conosciuto soste. Una abitudine estremamente diffusa sul pianeta terra con una storia lunga ed interessante, ricca di significati e di leggende. Ho sentito così il desiderio di trascrivere su carta significati e ricordi che mi legano ad esso. Non un vero e proprio racconto, piuttosto una sua piccola celebrazione, una breve divagazione che vuol essere anche un miscuglio di sensazioni e di emozioni che mi piace condividere.
Una bevanda di colore scuro, estratta dai semi rossi di una pianta, tostati e infine macinati, da sorseggiare, secondo regole precise dettate dagli intenditori, bollente e in piccole quantità da una tazzina di porcellana. Un alimento che beviamo per abitudine, velocemente prima di andare al lavoro, ma riflettendo qualche istante, trovo incredibile come sia importante la sua presenza nelle nostre vite. Negli anni o meglio nei secoli ha avuto una grande evoluzione e uno sviluppo commerciale mai in declino che nelle sue numerose varietà, al giorno d’oggi, si gusta nei modi più disparati preferibilmente in capsule da inserire in macchinette pratiche e veloci. Lo troviamo persino aromatizzato con fantasia, quando fino a qualche decennio fa, il modo più estroso di prepararlo era con l’aggiunta della cannella.
Sarò antica, ma personalmente preferisco la “vecchia” caffettiera moka, preparata già la sera precedente, da mettere al mattino, ancora mezza assonnata, sul fornello. In attesa che il caffè esca, guardo dalla finestra della cucina il giorno che inizia, il cielo che schiarisce verso tonalità azzurro pallido, mentre le ultime stelle continuano ad inviare deboli segnali e la luna lentamente tramonta con l’avanzare della luce. Ma ecco che il caffè comincia a gorgogliare ed uscire dalla canna di metallo e con esso il suo prelibato profumo, un aroma inequivocabile che immediatamente si diffonde in tutta la stanza.
Rapidamente diventa mezzo evocativo, capace di far vibrare nella mente sensazioni, ricordi ed emozioni. Mi sembra di vedere mio padre che si alzava per primo e preparava il caffè a mia madre che nutriva una predilezione spiccata per il caffè, oserei dire, esagerando un po, un rispetto quasi sacrale.
Gustandolo si chiacchierava, si affrontavano problemi o dubbi della giornata che cominciava. Poi si affacciano nella mia mente altri frammenti di ricordi e mi vedo, quasi scorressero immagini di un vecchio film, a conversare con le amiche fidate, storie o fatti quotidiani, confidenze e paure. E come ignorare la presenza del caffè nei momenti di studio, prima degli esami universitari o prove da affrontare e anche per iniziare il lavoro di ogni giorno.
Sembra che il suddetto caffè abbia proprietà infinite e in particolare quella di infondere forza, coraggio, energia, un mezzo sicuro per esorcizzare paure e lunghe attese.
Appena preparato il suo aroma si diffonde rapidamente nelle abitazioni, nei numerosi bar delle città, nelle eleganti caffetterie, storicamente sedi di dibattiti culturali e di riunioni politiche, e nelle strade, tra macchine e gente che si muove velocemente al risveglio della vita quotidiana..
Quanti momenti della nostra vita sono accompagnati dalla sua presenza, tentatrice e seducente, sia pure per un solo sorso L’importante infatti è gustarlo, magari per avere la scusa per accendere successivamente una sigaretta. Cosa dire poi del suo uso nelle pratiche magiche? Pare infatti che i suoi fondi o rimanenze di tufo siano una chiave di lettura del futuro simile ad una sentenza pronunciata da un giudice. A volte anche di notte, quando l’insonnia o un lavoro da finire o un forte mal di testa ci tiene svegli, una sua tazzina sembra far miracoli.
Pare che questa bevanda abbia lontane origini, tra le desolate terre dell’altopiano etiope e la sua pianta scoperta da un pastore locale, si sia diffusa facilmente in tutta la penisola dello Yemen. Trafugata poi dai mercanti olandesi, venne successivamente per mano francese trasportata nelle sconfinate terre del Nuovo Mondo e nelle isole caraibiche dove ricchi possidenti, quasi sempre di importazione europea, impiantarono grandi ed estese piantagioni, affiancate da quelle di zucchero e di cotone.
Alla sua lavorazione mono-colturale nei campi e al suo raccolto, tale fenomeno è tristemente legato alla tratta degli schiavi e allo spaventoso mercato del popolo africano che venne sequestrato, rapito e schiavizzato, sfruttato e maltrattato oltre ogni immaginazione, per poter colmare di ricchezza le loro casse e il loro nefasto potere. Tutto, fino al riconoscimento dei diritti umani e l’abolizione della vergognosa schiavitù.
Altro che banale, irresistibile e gustoso nelle sue numerose varietà, il caffè è proprio importante, da non sottovalutare. Prezioso, da bere amaro o con zucchero, nel modo che preferiamo, direi quasi che si tratta di un sovrano tra le bevande ed anche un piccolo grande amico dei nostri giorni. Celebrato in teatro, nelle canzoni è persino presente nelle parole dell’indimenticabile Edoardo De Filippo, suggeritore del simpatico “coppitello”di carta, messo nel beccuccio della rinomata caffettiera per conservarne l’aroma.
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