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Con gli occhi bassi

Il sole illumina anche me,mi bacia,mi accarezza,mi vuole bene.
Perché non sei come il sole che tanto ti ama? Perché preferisci il buio nell'anima?
Io quando prego per me prego anche per te, perché so che anche tu non vivi bene.


Con gli occhi bassi cercavo uno spiraglio per poter uscire velocemente da quella situazione che ormai si ripeteva in maniera sempre più frequente. Lo spintone ricevuto da dietro fu più forte del solito e mi ritrovai con la faccia sull'asfalto, per un attimo pensai di rimanere lì in quella posizione immobile finché non se ne fossero andati tutti, perlomeno mi sarei risparmiato la vergogna e l'umiliazione che provavo sentendo le loro risate e i loro commenti.
Invece decisi di alzarmi e chiedere perché? cosa avevo fatto loro di male? "Forse è perché sn troppo timido e silenzioso, ma giuro che non c'è lo con voi anzi mi piacerebbe essere diverso essere accettato" fu la prima volta che cercai di spiegare loro come mi sentivo e come non si rendevano conto del male emotivo che mi facevano ma la loro risposta mi fece capire che sarebbe stato meglio non averlo fatto.
Quello che mi spinse che evidentemente era il leader mi disse "ti facciamo così perché sei inutile non servì a niente era meglio se non esistevi , non ti vedi che fai schifo, non vali niente".
Queste parole furono come pugnali che si conficcavano in tutto il corpo,in quel momento pensai ai mie genitori e a mio fratellino e a quanto li volessi bene, e a quanto odiavo queste persone che senza motivo potevano disprezzare e odiare così tanto un'altra vita. Scoppiai a piangere e correndo tra gli insulti e le risa del branco mi dileguai verso casa. La mia testa era un vortice di pensieri, perché ero stato fatto così sbagliato, cosa non andava in me? Queste domande assillavano la mia mente insieme alla consapevolezza che a tredici anni si dovrebbe passare il tempo a divertirsi con gli amici a gioire della vita, non a desiderare che la vita finisse li.
imboccai la strada di casa con la paura che guardandomi negli occhi mia madre capisse che fosse successo qualcosa.
Mi asciugai le lacrime, mi accovacciai a terra e aspettai qualche minuto poi
entrai in casa salutai mio fratello più piccolo di me che mi accolse saltandomi letteralmente al collo, era felice di vedermi e io ero felice di vedere lui. Lo abbracciai forte e lui mi chiese,"dopo giochiamo a FIFA", certo" risposi io.
Sentivo il profumo del ragù appena fatto venire dalla cucina, era buonissimo, ma avevo lo stomaco chiuso e se non avessi mangiato anche oggi mia madre si sarebbe insospettita, quindi dovevo mandare giù il magone e sforzarmi di mangiare.
Entrai in cucina per salutarla e con la sua solita dolcezza mi disse
"ciao amore com'è andata oggi a scuola",quella domanda mi ragelò il sangue, non volevo che si preoccupasse inutilmente, era ancora scossa dalla perdita di papà non volevo assolutamente dargli altri pensieri. Quindi risposi "tutto ok".
Io sapevo che sospettava qualcosa perché era da un po' di tempo che mi guardava negli occhi e mi diceva "c'è qualcosa che non va amore mio non ti vedo sereno". E io sempre la liquidavo con un " no mamma va tutto ok tranquilla", ma il fatto che continuava a chiedermelo capivo che non era per niente tranquilla. Mangiai,sforzandomi, il più velocemente possibile , volevo soltanto alzarmi dal tavolo e andare in camera mia a piangere. Così usai la scusa " mamma ho un po' di mal di testa vado a stendermi un po', poi mi rivolsi a mio fratellino, che in viso aveva già la delusione del vedermi andare via, perciò lo rassicurai, "con te a FIFA ci gioco dopo" .
Mi chiusi nella mia camera acesi un po' di musica, presi il peluche preferito, l'avevo fin da bambino lo abbracciai forte e mi buttai ne letto a piangere, e iniziai a tremare al pensiero che domani sarei dovuto tornare a scuola e rivivere...


Un altro giorno giù
la mente straziata da ansie e pensieri
Attendo la fatidica svolta ma guardando il domani rivedo ieri.
L'unico sostegno e pensare a cercare di non impazzire, magari guardando il cielo, "non mi piace nemmeno il colore", e mi chiedo perché son vivo, potrà mai migliorare? O è meglio lasciarsi morire?




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Opera scritta il 02/10/2019 - 12:52
Da Cristiano Pili
Letta n.854 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Grazie per il tuo commento, lo apprezzo tantissimo.

Cristiano Pili 02/10/2019 - 16:50

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Cristiano, che bel racconto, scritto con molta forza emotiva. Il protagonista dovrebbe parlare con la mamma perché le mamme vogliono sapere e aiutare i loro figli. L'adolescenza non è un'età così spensierata, la leggerezza arriva con il tempo e, presto, il tredicenne si accorgerà, che anche quelli che appaiono più forti sono molto deboli e tristemente solo più vigliacchi. Loro il cielo nemmeno lo guardano e figuriamoci se si chiedono di che colore sia.
Nel frattempo...la mamma...
A presto, a rileggerti

Grazia Giuliani 02/10/2019 - 16:36

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