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UNA SANA NOTTE DI SONNO

Era una mattina tranquilla e la città era ancora avvolta nel buio, infilata a letto. Bastava alzarsi e sporgersi dalla finestra per sapere che questo era il primo giorno di libertà e di vita.Era ancora buio e faceva freddo. Walter si svegliò per lo squillare del telefono…guardò l’ora…Rimanendo con gli occhi chiusi ancora imbambolato, senza rispondere alla vocina che imperativa lo chiamava” Walter ci sei……!?” Si purtroppo c’era era appena tornato da un sogno bellissimo, in una terra lontana dove c’era un caldo opprimente.Davanti a lui si ergeva una moschea dai mattoni rosa che riflettevano una luce rosacea, era entrato dalla grande porta scolpita per sfuggire all’afa tremenda, lasciando le proprie scarpe insieme alle altre sull’uscio in fila, lì in attesa. A piedi nudi era nell’ombra profumata, nell’interno del tempio dove bagliori di grossi lampadari accendevano l’oscurità, il grande spazio tempestato da mosaici faceva si che anche gli angoli più lontani brillassero come lucciole. Il sogno ricordava la caverna di Alì Babà ricca di tappeti e ori, il tesoro delle mille e una notte. La moschea non era affollata camminavo a testa in su, in quel silenzio severo c’era tutta la maestà del luogo, quanti uomini nei millenni si erano genuflessi in quel sacro sito pregando il dio del mondo, per tutte le anime vagabonde. Anche i non seguaci di quella fede avevano sperato nell’esistenza di un solo Signore che abbracciasse tutte le genti in un solo credo. Ero completamente preso dal mistero, da quella pace, dai grandi ideali e da tutta un’umanità che aspettava fuori dalla moschea come le tante scarpe in attesa di essere calzate che il brusco suono del telefono mi indispettì e diedi una rispostaccia a colei/lui che si era permesso di non rispettare il mio sonno e la libertà che quel giorno di festa mi concedeva, per giunta faceva anche un freddo cane. Senza persuasione e senza ripensamenti la risposta fu “Vai a quel paese” e con la coperta sulla testa tornai sulle tracce del mio splendido sogno.


Mirella Narducci




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Opera scritta il 21/11/2019 - 15:11
Da mirella narducci
Letta n.985 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


Brava...anche nelle scritture creative stai diventando bravissima...un bel progresso. Ciaociao.

Giacomo C. Collins 23/11/2019 - 20:21

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Si un bellissimo racconto molto elegante.

Antonio Girardi 22/11/2019 - 20:44

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Osservo più che la creatività e l'eleganza del testo, il desiderio forte, ardente di raccontare e di raccontarsi un pò.
Quel desiderio intenso che trasforma la mente in una tavolozza dove i colori di un pennello scrivono sul foglio le sensazioni del momento.
Quelle che poi si appropriano dei personaggi per esternare emozioni.
La penna cerca di ingannare operando una trasposizione meravigliosa, ma il cuore vaga dentro quello scenario animato dal forte palpito del cuore.

ALFONSO BORDONARO 22/11/2019 - 20:39

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Walter rivendica il suo diritto "al sogno"...in questo caso un bellissimo sogno!
Ciao Mirella

Grazia Giuliani 22/11/2019 - 18:36

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un bel racconto con un simpatico finale

Alberto Berrone 21/11/2019 - 23:38

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LAISA... Si la risposta c'è. All'inizio in quanto sogno è raccontato, poi a metà e tu l'hai notato è lui che in prima persona ci racconta del risveglio forzato. Sei un attenta osservatrice. Grazie del commento Ciao buona serata.

mirella narducci 21/11/2019 - 19:45

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Miry, mi perdo tesoro. Forse mi sfugge qualcosa, ma sembra che passi dalla prima alla terza persona.
Sono io che sbaglio? Spero di si
Comunque la storia è affascinante
I sogni abitano la nostra vita o è la ns vita che abita i sogni?

laisa azzurra 21/11/2019 - 19:15

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Walter entra in un mondo affascinante e strano, sempre sulla "bocca della cronaca"...brava

Mirko (MastroPoeta) 21/11/2019 - 17:34

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