De Profundis
sul ramo del vento.
La poesia nasce naturalmente
come i petali intorno al loro fiore.
Si tinge di rosso
il sudario dell'amore.
Le sue piume non si staccheranno
prima del tramonto.
E' lento l'incedere delle ore solitarie.
Sui passi della sera
cadranno le gocce di rugiada.
Il volto di un fauno
dietro l'acqua di una cascata.
Lo stagno più non ode,
il mio lamento.
Vivrei del succo di ogni verso scritto.
Di un canto che ha baciato
le tue labbra innamorate.
Le fiabe sono ormai vuote
dell'incanto delle fate.
Dove dormirà la luna
andrà la mia anima,
sola.
Lacrima di diamante,
il suo occhio prega.
Dalla ciglia si stacca
ma non vuol cadere.
Erano dolci le stelle
nelle silenziose sere.
Sulla pietra ho lasciato
un'impronta senza colore.
Non è stato il vecchio gufo
nè un letto di viole.
Non erano rose ma spine
a trafiggere i miei giorni.
I passeri volavan via,
tra nuvole e stormi.
Le foglie cadute si sono scelte
un velo da indossare.
Come il giallo nell'azzurro
ed il rosa nel bianco puro.
Il verde della speranza,
seguito dall'arancio.
Sono stato bambino, poi un angelo,
appeso ad un gancio.
Mentre la pioggia dissetava la mia anima.
arida delle tue carezze...
nella stanza delle farfalle
ho spento la mia candela.
@Gianny Mirra
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