L'inferno è sulla terra
solleticano le piante dei piedi
come ad indicare
angoli nascosti che avanzano,
in sordina, deridendo la mia stupida ingenuità.
Ed a volte, la trottola ingannevole,
del male e del bene, del bianco e del nero,
gira e rigira sul vecchio solco
che tarda a scomparire.
La mia solitudine
sporcata dalla sudicia curiosità dei folli.
Squarciata dall'invidia malata
degli animi mediocri,
nati dal letame dell'animalità umana.
La mia vita di vetro,
dalle pareti divenute trasparenti.
E' questo che trasforma la decadenza umana.
Una folla che osanna la Dea Falsità
e la Sorella Ipocrisia.
Padre Odio e Madre Invidia,
dietro belle parole e frasi ad effetto.
Ed invece il coltello dalla lama avvelenata
è pronto a colpire, in ogni momento
nella mano che si nasconde
in odore di santità.
In nome dell'ingiustizia divenuta falsa giustizia.
Violenza e rabbia, rancori e mostruosità.
La lingua che sibila le rune della cattiveria,
di femmina in femmina,
di maschio in maschio
e di generazioni in generazioni,
non muore ma si rinnova.
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Siamo fin dalla nascita i figli del peccato, l'unico nostro riscatto è la condotta integerrima delle nostre azioni. Nelle brutture della vita quello che conta è addormentarsi con la coscienza pulita e questo è gia un gradino verso il paradiso.
Sempre belle le tue opere, complimenti.
L'ho letta più volte Gianny, è una poesia che colpisce... sappiamo però che ci sono tratti di paradiso intorno a noi...
Ti saluto poeta...