Nel novero delle cose
Che ho tre figli e una moglie, e una dipendenza dall’odore dell’inchiostro da cui non intendo curarmi chi di voi mi legge da un po’ oramai lo sa.
Ma vorrei raccontarvi di quando Mirko D. Mastro non aveva l’iniziale del padre Domenico nel nome. E ancora prima che fosse MastroPoeta, quando Mirko non era che un adolescente della periferia di Monza.
Non sono mai stato un ragazzino come gli altri. Frequentavo il liceo Bartolomeo Zucchi, nome risonante come sarebbe stato il futuro di Marco. Eccellente e famoso musicista, un po’ meno a mio parere cantante. 400.000 dichi venduti tuttavia, si sa come vanno le cose.
E Luciano, diviso tra Platone e lei… Lei, come dimenticare Federica che era sempre pronta a lunghe cene seguite da un simposio di canti e carmi sulle note di odori e aromi dei suoi Verlaine e Rimbaud, e ahimè Baudelaire. Cosa ci accomunava? La melanconia.
Confesso la mia dipendenza dalla malinconia. Come droga, quando non la sento nelle vene, la cerco in un cassetto o in un angolo di strada.
Ancora qualche sera fa. Avevo aiutato Simone con il planisfero, per l’interrogazione. Gli altri miei due figli dormivano con mia moglie sul divano, anche lei Federica.
Stavo seduto sul parapetto del mio mondo
con la sensazione di far parte in qualche modo della vita.
Incrociando con lo sguardo la sigaretta tra le dita,
la certezza che poco mi importa se sia poi così rotondo.
L’ombra di Simone. <Simo, ancora in piedi?> “Volevo solo dirti che su 400, sei il migliore dei papà”.
Ma vorrei raccontarvi di quando Mirko D. Mastro non aveva l’iniziale del padre Domenico nel nome. E ancora prima che fosse MastroPoeta, quando Mirko non era che un adolescente della periferia di Monza.
Non sono mai stato un ragazzino come gli altri. Frequentavo il liceo Bartolomeo Zucchi, nome risonante come sarebbe stato il futuro di Marco. Eccellente e famoso musicista, un po’ meno a mio parere cantante. 400.000 dichi venduti tuttavia, si sa come vanno le cose.
E Luciano, diviso tra Platone e lei… Lei, come dimenticare Federica che era sempre pronta a lunghe cene seguite da un simposio di canti e carmi sulle note di odori e aromi dei suoi Verlaine e Rimbaud, e ahimè Baudelaire. Cosa ci accomunava? La melanconia.
Confesso la mia dipendenza dalla malinconia. Come droga, quando non la sento nelle vene, la cerco in un cassetto o in un angolo di strada.
Ancora qualche sera fa. Avevo aiutato Simone con il planisfero, per l’interrogazione. Gli altri miei due figli dormivano con mia moglie sul divano, anche lei Federica.
Stavo seduto sul parapetto del mio mondo
con la sensazione di far parte in qualche modo della vita.
Incrociando con lo sguardo la sigaretta tra le dita,
la certezza che poco mi importa se sia poi così rotondo.
L’ombra di Simone. <Simo, ancora in piedi?> “Volevo solo dirti che su 400, sei il migliore dei papà”.
-a volte non vincono i numeri… grazie per avermici fatto pensare, Diana
Opera scritta il 30/01/2020 - 19:33
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Commenti
Molto piaciuto il tuo racconto, lo trovo ben articolato. Bella la chiusa.
mare blu 01/02/2020 - 19:12
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Davvero molto gradito questo racconto scritto benissimo. Complimenti!!!
MARIA ANGELA CAROSIA 01/02/2020 - 15:57
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Splendidi tutti, grazie
Mirko D. Mastro(Poeta) 01/02/2020 - 09:55
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Chi eravamo e chi siamo...un tuffo nel passato,quello che ci fa ricordare e pensare,e nel presente ancora ci consola.I fiumi di inchiostro spesi benissimo
Graziella Silvestri 01/02/2020 - 07:23
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Bello, scorrevole e veritiero come l'autore. Ricordare il passato ci fa più consapevole del presente.Sei un adorabile papà. Complimenti.
santa scardino 31/01/2020 - 10:23
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Molto bello questo racconto Mirko!
La normalità ha grandi spunti di bellezza e tu sei maestro nel raccoglierli.
La normalità ha grandi spunti di bellezza e tu sei maestro nel raccoglierli.
Grazia Giuliani 31/01/2020 - 10:10
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Un momento di ripasso, un "risfogliare" l'almanacco della propria vita.
Ben espresso il sentire del momento!
Ben espresso il sentire del momento!
Leo Pardiss 31/01/2020 - 08:37
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Bellissimo racconto, Mirko.
Mi è piaciuto perché scritto su uno sfondo di nostalgia, ma con uno stile che solo il cuore può dettare.
Bravo!
Mi è piaciuto perché scritto su uno sfondo di nostalgia, ma con uno stile che solo il cuore può dettare.
Bravo!
PAOLA SALZANO 30/01/2020 - 20:32
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