Anche i virus hanno un core
a te neanche i virus
resistono più
e tra loro c'è pure
chi ha un core,
quello che non hai tu.
Nel nostro incontro fatale
galeotto fu il virus
dell'epatite B
che ben mi delineasti
nella sua complessa struttura,
dall'involucro australe
a quel core ingrato,
invalicabile presidio
del genoma vitale.
Da qui mi innamorai
della particella di Dane,
fatal unità virale
talor anche ferale
e da quel giorno per me
non ci fu sonno avante.
A me tanto piaceva il mare
su cui di giorno remare,
mentre mi ritrovo di notte
con versi da rimare
e per le tue poesie
c'è sempre da limare,
o Musa imbonitrice,
perfin di virus guaritrice
insieme al tuo santo protettor
già in odor di santità.
Ben riflettendo, però,
nonostante le poesie,
a me di te non resta
che solo con me non parli,
neanche di medicina
quando sempre io agogno
lezioni di epatologia,
mentre tu, riservata,
di me ancor ti vergogni.
Eppur vero che
sono un generalista
in niente specialista
ma, grazie a Te,
vorrei tanto diventare
un bravo ecografista,
tuo allievo prediletto,
anche se in tua presenza
non certo mi diletto perché
son sempre tutto tremante,
ma stai certa
non sarò il tuo amante.
E poi non sono Dante,
non mi chiamo Paolo
e tu non sei Francesca.
Io sono solo Franco,
seppur Francescoandrea,
che da tempo sogna
l'ecografia clinica
per illuminare, così,
la materna encefalopatia,
vera responsabile
di tante mie follie.
Tu, invece,
mia dolce visione,
con sublime grazia
ed eccelsa leggiadria,
per gentil concessione
in prestito mentale,
neanche oso toccarti
per non contaminarti,
mi hai già regalato,
con la tua presenza,
solo belle poesie
che mi ripagano
di tante traversie
e così non mi stancherò
mai più di contemplarti.
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