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CXII

Portano tal nuove buon’ossigeno
capace di scacciare ogni tristezza
e svuota l’alma di tant’amarezza
e di speranza, pare, faccia pieno.


Non un giorno che non stringa al suo seno
la Vergine Maria che in tenerezza,
col dialogar dolce e silente, in gaiezza,
dal petto m’allontana ogni veleno.


Poi, però, la tema rinvigorisce
e ’l turbamento prende sopravvento
così speme dal cor si ripartisce.


Pensa l’implume uccello che pipia,
incapace di darsi nutrimento
unica fede : mamma che lo sazia.




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Opera scritta il 01/03/2014 - 19:27
Da nello maruca
Letta n.1059 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Bel sonetto come contenuto, ma non tanto come struttura. Il primo verso è sdrucciolo e non risulta essere endecasillabo. Nella terzina finale la rima non è perfetta. Un saluto!

Giuseppe Vita 30/09/2014 - 11:31

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Molto bella, di consigli per l'implume uccello non ne ho, se non continuare ad affidarsi a qualcuno più capace di lui. Ora che ci penso sembra che mi ricordi un libro, demian, probabilmente non saprei dirti il motivo per il quale nella tua poesia rintraccio la figura di emil, ma così ė... Molto bella

Giacomo Rossi 02/03/2014 - 19:38

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