Questa è la macchina che mi sono costruita
e che chiamo corpo.
Come un esperimento fallito,
ho perso il controllo.
Il mio cuore accelera,
i miei occhi non vedono la vivacità dei colori,
le orecchie percepiscono suoni
ormai indecifrabili.
La mia pelle fredda, come vetro
può spezzarsi.
E la mente, già in frantumi
non lo capirebbe.
Camminerei nel buio
pensando sia giorno,
fisserei il sole
credendo sia la luna
e mi sdraierei per terra
convinta di volare.
e che chiamo corpo.
Come un esperimento fallito,
ho perso il controllo.
Il mio cuore accelera,
i miei occhi non vedono la vivacità dei colori,
le orecchie percepiscono suoni
ormai indecifrabili.
La mia pelle fredda, come vetro
può spezzarsi.
E la mente, già in frantumi
non lo capirebbe.
Camminerei nel buio
pensando sia giorno,
fisserei il sole
credendo sia la luna
e mi sdraierei per terra
convinta di volare.
Opera scritta il 26/02/2020 - 00:29
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Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Voglia di sognare per non stare male. Molto sentita
MARIA ANGELA CAROSIA 26/02/2020 - 14:09
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Espressa in modo estremamente efficace la “derealizzazione”!
Anna Maria Foglia 26/02/2020 - 13:50
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Una poesia molto particolare, oserei dire che hai esternato uno stato di depressione.
Maria Luisa Bandiera 26/02/2020 - 09:29
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